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19th CENTURY ITALIAN PAINTINGS

Dal 27 Giugno al 03 Luglio 2013 La Galleria Enrico parteciperà a 'Masterpiece London' nella prestigiosa sede del South Grounds del Royal Hospital Chelsea. 'Masterpiece London' riunisce collezionisti, espositori e curatori da tutto il mondo per uno spettacolo senza precedenti di arte, antiquariato e design. La Galleria Enrico esporrà una importante rassegna delle varie scuole della pittura italiana dell'800 ed un capolavoro del pittore Giovanni Boldini, 'Ritratto della Principessa Cécile Murat Ney d'Elchingen' - 1910, olio su tela, cm. 239 x 130. La pubblicazione, con la storia del dipinto, è stata curata dalla D.ssa Stella Seitun e da Angelo Enrico.

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LUCI E COLORI nella Pittura Italiana dell'800

Quest'anno siamo lieti di inaugurare la stagione espositiva della nostra sede di Milano con un catalogo che comprende opere accuratamente selezionate di pittori italiani dell'800.
abbiamo raccolto e selezionato con cura gli artisti e la qualità delle loro opere, nella speranza di poter oggi offrire una esposizione di livello, che ben riesca a rappresentare questo periodo a noi caro.
Confidando che il nostro lavoro sia gradito, ringraziamo sin d'ora tutti i collezionisti e gli amanti dell'arte, che in questi anni con la loro stima ed il loro sostegno ci hanno incoraggiato a realizzare anche questo progetto.
Opere dei seguenti artisti:
Angelo Morbelli, Mosè Bianchi, Vincenzo Cabianca, Nicolò Cannicci, Vincenzo Caprile, Egisto Ferroni, Guglielmo Ciardi, Emilio Gola, Gerolamo Induno, Emilio Longoni, Cesare Maggi, Pompeo Mariani, Francesco Paolo Michetti, Plinio Nomellini, Ruggero Panerai, Antonio Paoletti.

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Luigi Nono (1850 - 1918)

E? con grande soddisfazione che presentiamo questa mostra dedicata ad un nucleo di cinque capolavori del pittore Luigi Nono.
Opere storiche, documentate, conosciute attraverso le fotografie o i documenti dell?epoca, ma che da diversi decenni risultavano disperse, di ubicazione sconosciuta. Dipinti quindi che ritornano alla luce quasi come inediti e, proprio perché come tali, fortissima è stata l?emozione che ha accompagnato la loro ?riscoperta?.
Dopo una ricerca avvenuta con grande impiego di tempo, dispendio di forze e notevole fatica, riteniamo di aver conseguito un risultato che pensiamo abbia ripagato i nostri sacrifici, in quanto siamo riusciti a presentare una piccola raccolta che permette però di ripercorrere le tappe fondamentali del cammino artistico interpretativo dei sentimenti umani tipico della produzione di Nono.
I dipinti infatti ricoprono un arco temporale compreso tra il 1875, data di esecuzione de il Marmoccchio, opera fortemente rappresentativa del periodo giovanile, esposta al Salon di Parigi nel ?76, fino ad arrivare, attraverso Il bimbo malato, straordinaria composizione di grande impegno sociale risalente al 1885, ad opere che rappresentano i più alti livelli raggiunti dalla piena maturità artistica del pittore, quali La preghiera della sera del 1908, tela dall?atmosfera suggestiva e raccolta, e Un caro nome e Ave Maria, datati rispettivamente 1914 e 1918, soggetti particolarmente famosi e popolari della produzione di Nono le cui nostre versioni ritrovate permettono di completare il corpus delle composizioni ispirate a questi due soggetti.

I testi e le ricerche sono state curate dal Prof. Paolo Serafini, studioso di Luigi Nono e autore del Catalogo Ragionato di cui questa pubblicazione può essere considerata un?integrazione, e al quale desidero porgere un particolare e pubblico ringraziamento per il suo prezioso contributo e per la sua generosità nell?averci messo a completa disposizione il suo archivio e la sua profonda conoscenza della biografia e dell?opera di Nono.

Confidiamo, con la presentazione al pubblico e alla comunità scientifica di questo nucleo di dipinti del tutto inediti o non più visti da decenni, di aver dato il nostro contributo alla valorizzazione e alla conoscenza della pittura veneta ed italiana del XIX Secolo.

Angelo Enrico.

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Pittura dell'800

Nel complesso panorama artistico europeo del XIX secolo,
la pittura italiana merita veramente un posto di riguardo.
Movimenti come il Verismo, la Scapigliatura lombarda,
i Macchiaioli toscani, i Divisionisti, non hanno nulla
da invidiare ad altre scuole europee, per la loro originalità,
per la qualità delle opere, per i contenuti, per la poesia
e i sentimenti espressi in esse.
L'Ottocento italiano ha sempre goduto di un solido mercato
costituito da un numero elevato di veri collezionisti, i quali,
con amore e passione, hanno nutrito, fin dai primi del '900
un vivo e costante interesse per questo periodo artistico,
che nel corso dei decenni è andato via via intensificandosi,
diventando così, anche da un punto di vista economico,
un solido baluardo alle turbolenze dei mercati, tant'è vero
che la tendenza dei collezionisti a non privarsi delle loro opere,
rende sempre più problematico reperire dipinti significativi
da proporre alla nostra clientela.
Questa Rassegna, che annovera una cinquantina di quadri
selezionati, offre una panoramica, se non totalmente
esaustiva, speriamo sufficientemente rappresentativa delle
espressioni artistiche nell'arte pittorica del secolo scorso.
Ci auguriamo, quindi, di aver organizzato e allestito
una Collettiva di Pittura dell'Ottocento all'altezza delle
aspettative dei nostri clienti, amici e visitatori, che cogliamo
occasione di ringraziare per l'interesse con cui ci hanno
seguito nel corso di tutti questi anni.

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Antonio Discovolo - Bonassola e il 'Poema della Liguria'

Piccola ma selezionatissima mostra personale di Antonio Discovolo. Si tratta di sette importanti opere, tutte raffiguranti Bonassola e il suo golfo.

Sette dipinti raccontano frammenti della vita di un pittore che, giovanissimo, dal primo decennio del Novecento, decide di stabilirsi nella Riviera Ligure di Levante, a Bonassola, piccolo borgo spezzino che per più di quarant?anni sarà ?l?oasi adatta? al suo operare intellettuale e artistico. Scopre per la prima volta la Liguria nel giugno 1902, dapprima Bocca di Magra, poi Tellaro, nella parte più orientale del Golfo dei Poeti di La Spezia. Soggiorna due mesi e mezzo in questo ?paese incantato? passando ?molte ore nella sola osservazione del mare, negli infiniti movimenti delle onde? per ?abituare l?occhio a rifare quel movimento e le sagome della schiuma?. Poi è la volta di Portovenere cui segue il decisivo incontro con Manarola, tra l?agosto e il settembre 1903: ?Quella giornata mi rimase indimenticabile e mi fece decidere molte cose nella mia vita?. Deciderà di abitarvi per cinque anni ? incuriosito anche di scoprire i luoghi immortalati da Telemaco Signorini nei suoi soggiorni liguri dell?ultimo decennio del Secolo - finché nel 1910 non si ritira definitivamente nella vicina Bonassola, in una casa da lui fatta costruire di fronte al mare e fra gli ulivi, ?un luogo solitario creato per la religione del mio lavoro e la serenità del mio spirito?. In questo piccolo paese, un ?golfetto di smeraldo chiazzato d?azzurro, di giallo e di malachite per le pinete? ? scrive nel 1921 l?amico pittore e storico dell?arte Orlando Grosso - Discovolo ?ritrae nei suoi quadri assolati e nei notturni ogni motivo alpestre e marino, ogni manifestazione della vita che si conduce nella conca meravigliosa, così che non saprei ricordare un paesaggio bonassolese senza rievocare uno dei suoi celebri dipinti?. S?inerpica lungo i pendii scoscesi della costa, col peso del cavalletto e dei colori, e dipinge dal vero, su superfici di grandi dimensioni, il paesaggio ligure soleggiato o avvolto dalle luci della sera: ?il pittore va innanzi, cauto, con la tela: dietro, la sua meravigliosa donna, che lo accompagna sempre, e poi, mentr?egli dipinge, si accoccola in qualche angolo al ridosso, tutta avvolta negli scialli, e attende, e di tanto in tanto lo conforta con una voce: dietro ancora un villano con il cavalletto, la cassetta dei colori, lo sgabello: e, se c?è, dietro ancora, l?amico, che guarda la scena, e sorride e si commuove?. Pini, ulivi, mimose, agavi irrompono selvagge sul fondo azzurro del mare. Trait d?union e principio di compenetrazione del paesaggio è l?elemento naturale colto singolarmente e a distanza ravvicinata: da qui lo sguardo ben saldo si spinge sino ai piani prospettici più lontani: ?egli ha sempre rifuggito dal panorama: nel particolare egli trova la sua ispirazione, più concreta e più schietta: si avvicina meglio alle cose, ne interpreta l?anima, se la fa cantare nel cuore, e, quando se ne sente tutto pieno, così che gli par sua la voce che l?ha commosso, allora, e non prima, dipinge?. La sua natura, ritratta nelle grandi tele dipinte all?aperto, là solida e là liquida, s?accorda alla rapidità d?impressione di una pittura che dopo le iniziali sperimentazioni divisioniste, dopo le ?crudezze vetrigne? e le ?lucentezze di metallo?, giunge ad un sempre più largo e plastico impasto. Egli è attratto dai valori cromatici e di luce, mutevoli e contraddittori, della costa ligure: la luminosità estesa da tonalità chiarissime a base di colori complementari, le rocce magenta, gli oliveti, le pinete, le vigne, la variopinta flora e le trasparenze marine sono frutto dell??immediata sensazione ricevuta dall?effetto coloristico del soggetto da ritrarre?. Viceversa, la restituzione pittorica del paesaggio è cifrata da una lettura formale di tipo costruttivo, non descrittivo: ?si afferma così quello stilismo prospettico-cromatico che sarà la costante dell?artista, com?è naturale per l?incontro, i

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Antonio Fontanesi (1818 - 1882). Il lavoro della terra - 1867.

La Galleria Enrico è orgogliosa di poter proporre ai propri collezionisti 'Il lavoro della terra', uno dei capolavori assoluti di Antonio Fontanesi, geniale e carismatico esponente di quella Pittura dell'800 innovativa nella tecnica e nei contenuti, che ha lasciato traccia indelebile di sé nella Storia dell'Arte.
Dipinta nel 1867, l'opera, frutto delle molteplici esperienze degli anni precedenti, appartiene alla piena maturità del pittore ed è fortemente rappresentativa della sua produzione artistica. 'Dipingere, prima di morire, un gran cielo e una pianura immensa', auspicava Fontanesi per la sua Arte; riuscire a trovare il senso dell'infinito nella realtà circoscritta. La raffigurazione di un paesaggio andava al di là della trasposizione sulla tela della realtà circostante, doveva riuscire a manifestare l'intimo sentire dell'artista, suggerire gli stati d'animo suscitati dalla contemplazione della natura, diventare lo specchio dell'anima.
Il lavoro della terra soddisfa pienamente questa condizione: è un'orchestrazione di sensazioni, emozioni, riflessioni, che si percepiscono con grande intensità nel momento in cui ci si sofferma ad osservarlo, rinforzando la consapevolezza di essere di fronte ad un vero e proprio capolavoro.
Dall'accurato approfondimento storico-critico della dott.ssa Dunia Grandi si può già chiaramente intuire l'inequivocabile importanza di questo dipinto, ma siamo certi che sarà l'opera stessa con la sua vibrante potenza, con l'acuta profondità introspettiva e con questa poetica sospesa tra il bucolico e il mistico, a palesare le ragioni del nostro entusiasmo e quello di chi prima di noi si è trovato al suo cospetto, come dimostrano gli articoli ad essa dedicati, gli illustri collezionisti che ne sono rimasti affascinati e le prestigiose raccolte delle quali ha fatto parte.
La motivazione che sta alla base di questo nostro lavoro è quella di offrire nuovi strumenti di lettura e di fornire una più completa documentazione comparativa tra le opere più significative del maestro, per evidenziare così l'importanza che ha Il lavoro della terra non solo per il suo impatto emotivo, ma anche perché illustra il percorso che ha permesso a Fontanesi di creare un'opera che per soggetto, qualità pittorica e dimensioni, assurge a emblema del suo pensiero artistico.

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Pittura in Liguria tra '800 e '900. Da P. D. Cambiaso a Orlando Grosso

La Galleria Enrico è lieta di poter presentare questo nuovo catalogo Pittura in Liguria tra 800 e 900 - da P. D. Cambiaso a Orlando Grosso che, come si evince già dal titolo, ha una veste editoriale legger mente diversa dai precedenti; esso si articola infatti in due sezioni distinte, una dedicata alla pittura ligure da Pasquale Domenico Cambiaso alla prima metà del '900, e l'altra, strettamente connessa alla prima, è un omaggio al pittore genovese Orlando Grosso, realizzato attraverso una piccola mostra retrospettiva.
Affrontando un lasso di tempo così vasto, oltre un secolo di storia della pittura, e data la quantità del materiale in nostro possesso, si è resa necessaria una separazione in due corpi distinti per permettere una consultazione più organica e lineare delle opere selezionate.
Nella continuità e coerenza delle proprie scelte artistiche, che ci auspichiamo siano sempre state condivise dai nostri collezionisti e da tutti gli appassionati che in questi anni ci hanno espresso il loro consenso, la Galleria Enrico ringrazia tutti coloro che li ha incoraggiati e stimolati nelle iniziative intraprese e dedica loro questa nuova pubblicazione.

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Pittura in Liguria tra '800 e '900

Quest'anno siamo lieti di inaugurare la stagione espositiva della nostra sede di Genova con un catalogo interamente dedicato alla pittura ligure e della Liguria: un percorso tra '800 e '900 che comprende 56 opere accuratamente selezionate.
La manifestazione, che fa seguito a numerose altre iniziative intraprese dalla Galleria, si propone di esplorare non solo gli aspetti già acclarati di questo complesso perìodo storico-artistico, ma di illustrarne anche le molteplici sfaccettature che lo rendono uno dei più interessanti della pittura italiana a cavallo tra il XIX ed il XX secolo: il fermento politico ed intellettuale, le contaminazioni e la collocazione geografica, rendono infatti impossibile scindere la Liguria dal resto dell'Italia e d'Europa, ed è proprio all'interno di questo affascinante contesto che si snoda la mostra.
L'interesse anche internazionale per la pittura italiana ha indubbiamente favorito la sua valorizzazione, ma ne ha altresì reso più difficile il reperimento; abbiamo quindi nel tempo raccolto e selezionato con cura gli artisti e la qualità delle loro opere, nella speranza di poter oggi offrire una esposizione di livello e che ben riesca a rappresentare questo periodo a noi caro.
Confidando che il nostro lavoro sia gradito, ringraziamo sin d'ora tutti i collezionisti e gli amanti dell'arte, che in questi anni con la loro stima ed il loro sostegno ci hanno incoraggiato a realizzare anche questo progetto.

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Pittura dell'800

Esposizione di Pittura Italiana dell'800 - IV Edizione.

Dopo le mostre dedicate alla produzione artistica di Pompeo Mariani e alle esposizioni sulla pittura europea, incentrata sui temi naturalistici e venatori, siamo lieti di ripresentare, dopo molti anni dall'ultima realizzata, la IV Rassegna di pittura italiana dell'Ottocento.
La mostra, costituita da una cinquantina di opere, ha l'intento di offrire una panoramica sulla pittura del XIX secolo, rappresentata dalle varie scuole regionali, dai diversi linguaggi tecnici e pittorici e dalle molteplici tematiche affrontate.
Non è stato semplice raccogliere un numero così cospicuo di dipinti, in quanto il mercato, a fronte di una richiesta sempre più precisa e consapevole da parte dei numerosi collezionisti che nel corso degli anni si sono avvicinati alla pittura dell'ottocento, è diventato sempre più 'avaro' di opere che presentino un alto livello qualitativo e di contenuto.
Sperando che il nostro quotidiano impegno risulti all'altezza delle aspettative, lasciamo il giudizio su questa mostra ai nostri clienti e visitatori che, con la loro presenza ed il loro eventuale consenso, saranno per noi stimolo e sprono per nuove future rassegne.

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Natura e caccia nell'Arte Europea dell'800

Opere di carattere Naturalistico e venatorio- III Edizione.

Nonostante le notevoli difficoltà del mercato attuale, in cui diventa sempre più problematico reperire opere pittoriche a soggetto naturalistico di pregio o di autori importanti, siamo riusciti anche quest'anno ad organizzare una rassegna di dipinti a nostro avviso interessanti e degni di nota. Siamo perciò lieti di presentare, tra le altre opere, un dipinto di Andersen-Lundby, il pittore 'della neve', che ha consacrato la sua produzione alla rappresentazione di paesaggi invernali; una pregevole Natura Morta con cani, opera di Benno Adam, un'interessante tela di Carl Friedrich Deiker, incentrata sul particolare momento del 'riporto', un suggestivo paesaggio firmato Jean-Baptiste Kindermans, e altre tele di grandi atmosfere, quali quelle di Joseph Rummelspacher, Georg Emil Libert e Eduard Pape; concludono questa panoramica sugli autori europei due tele rappresentanti camosci in alta montagna, realizzati da Franz Von Pausinger, e due dipinti di Josef Schmitzberger. Particolarità della mostra di quest'anno sono le pregevoli ed importanti opere italiane, tra le quali presentiamo anche due tele di Giovanni Battista Quadrone, rispettivamente il cane non vuole andare e L'alba del cacciatore, opere famose e documentate, sempre appartenute al figlio del pittore Carlo, e solo in tempi più recenti passate ad un'altra collezione privata; seguono Natura morta di fagiani e Germani abbattuti, due dipinti di Filippo Palizzi, il grande interprete della pittura verista napoletana; infine non poteva mancare Pompeo Mariani, che presentiamo con un piccolo ma raffinato paesaggio della Zelata. Tra gli altri autori ricordiamo Tito Pellicciotti, e Giovanni Califano. Tutti questi artisti, sia italiani che stranieri, dotati di una particolare sensibilità, amanti della natura e profondi conoscitori anche del contesto venatorio, hanno trasposto sulla tela, ognuno con la propria capacità interpretativa, gli aspetti e gli spettacoli più suggestivi e coinvolgenti da loro vissuti. Noi, a nostra volta, abbiamo scelto queste opere al fine di proporre una rassegna che abbia valenza dal punto di vista artistico, selezionando soltanto opere importanti o autori di rilevanza storica, rappresentati nei maggiori musei europei.
Ci auguriamo che questa Terza Rassegna, da noi allestita e organizzata con grande impegno ed entusiasmo, sia accolta con lo stesso grande consenso manifestateci nel corso degli appuntamenti precedenti.

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Telemaco Signorini (1835 - 1901). Le ricerche degli anni giovanili e la Firenze scomparsa attraverso quattro capolavori

Presentazioni di Quattro capolavori di Telemaco Signorini.

La nostra Galleria è onorata di poter presentare quattro importanti opere di Telemaco Signorini, artista fondamentale nell'evoluzione della pittura italiana del XIX secolo.
Uomo di cultura, grande ricercatore e vivace assertore di nuove teorie, influenzò, infatti, con le proprie idee molti artisti e critici del suo tempo.
La bibliografia relativa a Signorini annovera un numero considerevole di pubblicazioni, curate da critici illustri, pertanto l'intento di questo studio non consiste nel tracciare nuovamente, se non solo con brevi cenni, un profilo biografico e artistico del pittore, ma focalizzare l'attenzione su questi quattro dipinti, ricostruendone la storia, con la maggiore precisione possibile, e cercando di fare chiarezza su quanto già scritto sin'ora.
Il vasto panorama bibliografico dedicato a Signorini, purtroppo non contempla ancora un catalogo ragionato, quindi, le notizie relative alla sua produzione pittorica, si rifanno a tutta una serie di pubblicazioni comparse nel corso del secolo scorso che purtroppo, a volte, presentano alcune imprecisioni o contraddizioni. Nel tentativo di collocare nel modo più corretto e scientifico possibile le quattro opere nel percorso artistico di Signorini, ho consultato, infatti, tutte le pubblicazioni che contemplavano i dipinti in questione, e nel corso di questa ricerca ho riscontrato alcune inesattezze che ho qui segnalato con l'intento di dare un piccolo contributo per una loro precisa collocazione storica.
I quattro capolavori permettono di ripercorrere alcune delle tappe fondamentali del cammino artistico di Signorini, dimostrando come l'artista fosse sempre in continua evoluzione, animato da un inesauribile desiderio di ricerca, da una volontà di sperimentare sempre nuovi linguaggi pittorici.
Nel primo capitolo sono presentati, infatti, Il ritorno dalla capitale e All'Abbeveratoio, opere appartenenti al periodo giovanile, che testimoniano, il primo, l'esperienza della 'macchia', e il secondo quel momento di evoluzione artistica che condurrà il pittore al periodo denominato della Scuola di Piagentina.
Nel secondo capitolo, invece, sono presentati Il ghetto di Firenze e La Via del Fuoco, dipinti da collocare cronologicamente agli inizi degli anni ottanta, quando l'artista si dedicò particolarmente alla rappresentazione del Mercato Vecchio, l'antico centro di Firenze che stava per essere completamente distrutto. Le due tele non solo rappresentano una preziosa documentazione storica quali sono tutte le opere di Signorini legate a questo soggetto, ma anche un'ulteriore conferma della sua sensibilità artistica e della sua magistrale abilità nell'interpretazione delle luci e delle atmosfere di quei vicoli scomparsi per sempre.
Quattro opere, quindi, altamente rappresentative della produzione artistica di Telemaco Signorini, che, ritengo,
contribuiscono ulteriormente ad evidenziarne il talento e la ricca e complessa personalità.
Un sentito ringraziamento alla Dott.ssa Dunia Grandi per la stesura del testo e in modo particolare per il lodevole approfondimento da lei realizzato sull'argomento relativo alla scomparsa dell'antico centro fiorentino.

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Natura e caccia nell'Arte Europea dell'800

Opere di carattere naturalistico e venatorio - II Edizione.

È con immenso piacere che presentiamo la II Rassegna di Natura e Caccia nell'arte europea dell'800.
Come nell'edizione precedente il nostro intento è stato quello di offrire al nostro pubblico una nutrita collezione di dipinti che annovera alcuni dei nomi più rappresentativi dell'arte naturalistica europea. Accanto ad opere inedite di artisti già proposti, come, per esempio, quelle di Christian Kròner, Josef Schmitzberger, Cari Friedrich Deiker e Carl Zimmermann, sono esposti, tra gli altri, importanti quadri dell'austriaco Otto von Thoren, del danese Peder Mork Monsted e dei tedeschi Anton Hubert Henke e Albert Singer; artisti importanti nel contesto culturale in cui hanno operato e che hanno rappresentato un prezioso punto di riferimento nella pittura a tema venatorio. La scelta dei temi e dei soggetti è stata particolarmente accurata: accanto alle opere consacrate alle immagini dei cervi, caprioli e camosci, uno spazio particolare è stato dedicato all'attività cinegetica - magistralmente interpretata da Eugène Petit e dalle mute di cani, rappresentate rispettivamente da Otto von Thoren e Pauline Soltau - ed a tutte quelle opere incentrate su una riproduzione fedele ed accurata dell'animale, sapientemente inserito nel suo ambiente naturale, come, per esempio, i galli forcelli di Schmitzberger, sorpresi alle prime luci dell'alba o i cinghiali di Henke, rappresentati sul far della sera. Una varietà di soggetti che offre la possibilità di dimostrare come il tema venatorio sia motivo di molteplici spunti ed ispirazioni, interpretati da ogni artista in modo strettamente personale; ciascun pittore lo ha rappresentato attraverso la propria sensibilità, chi prediligendo l'eleganza degli uccelli, o la natura selvatica dei cinghiali, chi la forza e l'irruenza dei segugi o la maestosità del cervo, regalandoci così un panorama il più eterogeneo possibile di questa realtà così complessa ed affascinante, che abbiamo tentato di presentare nel modo più completo ed esauriente, con la speranza che questa II Rassegna sia accolta con gli stessi consensi ed entusiasmi avuti nell'edizione precedente.

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Natura e caccia nell'Arte Europea dell'800

Opere di carattere naturalistico e venatorio - I Edizione.

E' con grande piacere che presentiamo la I Rassegna di pittura, interamente dedicata a Natura e Caccia nell'arte europea dell'800. La raccolta delle opere ha comportato un notevole sforzo, in quanto è risultato estremamente difficile reperire sul mercato dipinti del XIX sec. di alta qualità, dedicati al soggetto venatorio, inserito nei più vari ambienti naturalistici. Abbiamo preferito privilegiare i temi che meglio riflettono il profondo ed autentico rispetto che il cacciatore nutre nei confronti della natura, osservata, indagata e conosciuta in tutte le sue manifestazioni. La nostra ricerca, quindi, si è indirizzata verso opere a tema, che possono ricordare e testimoniare il forte e profondo connubio, storico e secolare, tra ambiente ed attività venatoria. L'esposizione annovera principalmente opere di autori tedeschi, austriaci, danesi, francesi e italiani. Pittori autorevoli, quali, per esempio, Christian Kroner, Moritz Muller, Carl Zimmerman, Carl Friedrich Deiker, Anders Andersen-Lundby ecc., presenti nei più importanti musei europei, che hanno consacrato la loro attività alle rappresentazioni paesaggistiche, molto spesso realizzate en plein air ed incentrate sulla raffigurazioni di cervi, caprioli e camosci, magistralmente inseriti nelle suggestive distese boschive delle Alpi, e dipinti con un tale naturalismo da comunicare quell'autorevolezza e maestosità che è loro propria. Nella pittura nordica questi animali, in modo particolare il cervo e il cinghiale, nobili per tradizione, trovano, quindi, la loro legittima celebrazione, condivisa pienamente dalla sensibilità del cacciatore. Completano il panorama artistico europeo opere di pittori italiani, che contribuiscono ulteriormente a confermare quanto l'attività venatoria, talmente radicata nella nostra storia, ed espressa, nel corso dei secoli, anche attraverso l'attenzione per l'oggetto, l'abbigliamento, e l'artigianato, faccia profondamente parte della nostra cultura.
Lo dimostra, ad esempio, il quadro di Giorgio Lucchesi, realizzato con una perizia quasi fotografica dei particolari, che indugia non solo sulla resa della selvaggina, ma anche sulla raffinata rappresentazione delle armi, della cassapanca e dell'intero arredamento della casa di caccia; lo confermano la tela di Pompeo Mariani, in cui viene trasposta una realtà profondamente conosciuta dal pittore, assiduo frequentatore della Zelata, una riserva di caccia del pavese, e l'opera di Eugenio Cecconi, considerato uno dei maggiori artisti italiani dediti al tema venatorio, che era solito raccontare nei dipinti le sue esperienze da cacciatore ed il profondo rapporto di complicità che si instaura con il proprio segugio; lo testimoniano il quadro di Beppe Ciardi, in cui sono rese quasi palpabili le emozioni del cacciatore, magistralmente inserito in una suggestiva atmosfera crepuscolare, e la tela di Alfredo Vaccari, consacrata alla rappresentazione di uno splendido esemplare di cane da caccia. Immagini eterogenee, scaturite da sensibilità diverse, che, sperando di essere riusciti a selezionare nel modo più pertinente, sia da un punto di vista qualitativo, che da quello di una fedele rappresentazione dei vari soggetti e aspetti dell'attività venatoria, ci auguriamo risultino ai visitatori come evocatrici di esperienze personali e di sensazioni intimamente sentite.

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Taccuini di viaggio e opera grafica di Pompeo Mariani (1857 - 1927)

I taccuini di viaggio di Pompeo Mariani rimasti nello Studio di Bordighera.

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Pane e lagrime. Un capolavoro ritrovato di Domenico Induno (1815 - 1878)

Presentazione di un dipinto di Domenico Induno.

E' stato quasi un colpo di fulmine! Un amore a prima vista! Quando vidi casualmente per la prima volta quest'opera di Domenico Induno, ne fui immediatamente colpito: mi domandavo come fosse possibile che un quadro così bello, così carico di emotività e di sentimento potesse essere lì di fronte a me. Non ebbi esitazione, convinto della bontà del dipinto e deciso a studiarlo sino in fondo, ne feci l'acquisto. Ogni giorno quando entravo ed uscivo di casa gli dedicavo sempre uno sguardo, quasi a cercare di scoprire il suo segreto; vedevo che era una pittura di grande livello, che usciva dalla norma, ma non riuscivo ancora ad inquadrarla bene nella sua identità.
Mi domandavo: 'Possibile che un'opera così significativa e così toccante non abbia alcuna pubblicazione, alcuna traccia che mi permetta di ricostruirne la storia?'
Continuando ad ossevarla per giorni e giorni, cominciai a cercare di stabilirne il titolo. Fui colpito dalla forza espressiva di questa madre disperata che piangeva e di questa bimba dolcissima che la guardava, quasi impaurita, stringendo fra le mani un pezzo di pane... 'E se fosse il celebre Pane e lagrime?' mi domandai. 'No, non è possibile -meditai-, figuriamoci, un'opera così importante sarà senz'altro in qualche museo o in qualche raccolta famosa'. Iniziai allora una meticolosa ricerca, partendo dalla ricostruzione della storia dal Pane e lagrime famoso: il dipinto fu acquistato nientemeno che da Francesco Hayez, fu presentato nel 1854 a Brera, esposto a Parigi nel 1855 all'Esposizione Universale, ed infine venne incluso nella mostra retrospettiva dei fratelli Induno del 1891 a Milano; da allora si persero totalmente le tracce e nonostante lunghe e faticose ricerche non trovai nessuna raccolta pubblica o privata che includesse il Pane e lagrime, l'opera dunque si trovava ancora sul mercato.
Tutti i cataloghi delle suddette esposizioni ne riportavano solo il titolo, ma nessuno di essi ne raffigurava l'immagine così da poter conoscerne l'esatta iconografia. Consultai anche la grande monografia di Nicodemi in cui vi sono raffigurate due versioni di
Pane e lagrime, ma una era datata 1869, mentre l'altra, oltre ad essere piuttosto abbozzata, era stilisticamente di epoca posteriore al 1854 (Esposizione di Brera).
Rivolsi anche la mia attenzione ad una raccolta di incisioni in cui tutti i fogli rappresentavano opere di famosi autori italiani esposte nel primo '800 alle Promotrici di Genova, e ne trovai una, datata 1858, raffigurante un dipinto di Domenico Induno da titolo Pane e lagrime: sì, il soggetto era simile al mio, ma i dettagli e le espressioni delle figure erano diverse.
Avevo quasi perso tutte le speranze, quando decisi di fare un ultimo tentativo: tra le riviste d'arte dell'epoca degli anni 1854-55 doveva pur essere commentata l'esposizione di Brera, chissà se anche con qualche illustrazione: un quadro, all'epoca così famoso, avrebbe certamente dovuto lasciare qualche traccia. Consultai in biblioteca tutte le riviste che mi fu possibile, finché mi vennero in mano le Gemme d'Arti Italiane del 1856, che riportavano un articolo di Michele Macchi scritto esclusivamente per quest'opera, con l'illustrazione della stessa identica al mio quadro anche nei più piccoli dettagli. Ero finalmente riuscito a scoprire che il mio quadro era proprio il Pane e lagrime esposto a Brera, a Parigi e di ex proprietà Hayez. A quel punto ho capito perché mi aveva così profondamente colpito: ero di fronte ad un'opera che decine e decine di importanti storici e critici, fra cui il francese Thèophile Gautier, hanno esaltato per decenni come una delle più innovative del tempo; essa segnava infatti una svolta netta nell'arte figurativa dell'epoca, abituata ad esprimersi prevalentemente in soggetti storici e classicheggiano, portandola invece verso la pittura di genere ma di forte contenuto ideologico e di grande impegno sociale. Ho pensato perciò che valesse la p

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Pompeo Mariani (1857 - 1957). Opere dallo Studio di Bordighera

Mostra sulle opere di Pompeo Mariani provenienti dallo Studio di Bordighera.

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Pittura dell'800

Esposizione di Pittura Italiana dell'800 - III Edizione.

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Pittura dell'800

Esposizione di Pittura Italiana dell'800 - II Edizione.

Nell'intenzione di continuare l'appuntamento annuale con la pittura dell'800, è con la stessa passione e con lo stesso impegno dello scorso anno, che abbiamo preparato questa seconda rassegna.
Nonostante le oggettive difficoltà di operare in un mercato sempre più avaro di offerte interessanti, abbiamo riunito un discreto numero di opere da noi ritenute artisticamente e qualitativamente valide per rappresentare buona parte della pittura nazionale del secolo scorso.
Questa esposizione propone perciò autori delle più diverse scuole italiane, in quanto riteniamo che l'arte sia un valore universale, senza confini regionali o nazionali: non dimentichiamo che le più importanti raccolte del passato, oggi ospitate in prestigiosi musei, evidenziando il gusto e la cultura dei loro creatori, sono state costituite con questo principio ispiratore. Speriamo comunque di essere almeno riusciti a dare le stesse soddisfazioni dell'edizione precedente a tutti gli amici collezionisti, appassionati, o anche semplici visitatori, che vorranno premiare con la loro presenza in questa mostra le nostre fatiche organizzative.

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Pittura dell'800

Esposizione di Pittura Italiana dell'800 - I Edizione.

È con grande impegno che ci accingiamo a presentare questa prima rassegna pittorica, quale simbolica inaugurazione della nostra sede nella prestigiosa Via Garibaldi a Genova.
Non nascondiamo, però, di aver avuto non poche difficoltà, soprattutto nella ricerca di opere di buon livello pittorico, degne di essere esposte e descritte ad un pubblico colto e preparato come quello genovese.
Ci auguriamo, comunque, che i nostri sforzi non siano stati vani e che questa rassegna possa diventare un appuntamento abituale per tutti coloro che amano ed apprezzano la pittura di quel secolo meraviglioso che è stato l'Ottocento. A quest'ultimi porgiamo il nostro più caloroso invito a visitare l'esposizione, rimettendoci al loro giudizio per poter eventualmente migliorare in futuro.

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