Pittore, nasce a Bologna il 7 maggio 1837, figlio del musicista Giuseppe. Entra dodicenne al Collegio Artistico Venturoli e frequenta l’Accademia di Belle Arti di Bologna seguendo i corsi di Clemente Alberi e Napoleone Angiolini. Fin dai primi anni di studio ottiene premi e riconoscimenti scolastici nelle diverse materie e partecipa alle Esposizioni annuali del 1852 e 1853, presentando alcuni disegni. Già dagli esordi si mostra comunque completamente autonomo dall’insegnamento accademico, a cui preferisce i suggerimenti di Gaetano Serrazanetti, insegnante del Collegio Venturoli. Nel 1855 esordisce per la prima volta con un lavoro importante, “L’incontro di Giacobbe con Rachele”, all’Esposizione della Protettrice, che acquista l’opera. Alla Protettrice del 1857 espone “Nicolò de’ Lapi prima del supplizio” e ne raccoglie molte lodi dalla stampa. Un notevole successo lo ottiene anche l’anno seguente con “La figlia di Jeffe” riprodotta tra l’altro sulla rivista milanese Gemme d’arte italiane. Nel 1858, dopo aver vinto il Pensionato Angiolini, si trasferisce a Roma per proseguirvi gli studi. In questa città Busi trova gli stimoli adeguati ai propri interessi luministici e, in senso lato, al rinnovamento della pittura storica in direzione realista. Verso la fine del 1860 è di ritorno a Bologna dove, con Tito Azzolini e Luigi Bazzani, è impegnato alla realizzazione delle scene del Rigoletto di Giuseppe Verdi, per il Teatro di San Giovanni in Persiceto. Continua intanto a frequentare il Collegio Venturoli seguendo con i propri insegnamenti i primi passi di Raffaele Faccioli e Luigi Serra. Nel panorama artistico post-unitario, Busi rappresenta la punta avanzata della scuola moderna. Con la sua presenza alla Esposizione Regionale del 1863, dove presenta ben nove opere, suscita un acceso dibattito all’interno della commissione giudicatrice, tra commenti prudenti ed entusiastici. Sempre in questa occasione riceve anche qualche riconoscimento ufficiale come la Menzione d’Onore per la tela raffigurante “Le ultime ore del doge Foscari” e la nomina a professore onorario, con voto, all’Accademia. Nel 1864 espone alla Protettrice Felsinea il dipinto “Torquato Tasso e il cardinale Cinzio Aldobrandini nel convento di Sant’Onofrio a Roma”, certamente il dipinto giovanile più rilevante di Busi, che dimostra tutta al sua capacità di fondere un respiro naturalistico ai colori, alle forme e agli effetti di luce e ombra, in modo vivido, quasi fotografico. Il dipinto viene acquistato, nello stesso anno, per le collezioni moderne dell’Accademia di Belle Arti, al costo di 1.800 lire. Nel 1867 viene scelto per essere inviato all’Esposizione Universale di Parigi, dove riceve diverse critiche positive. Nel corso degli anni ’60 l’attività di Busi, con la partecipazione alle più importanti manifestazioni nazionali, è intensissima e culmina nel 1870 con la premiazione alla II Esposizione Nazionale tenuta a Parma della sua “Visita di condoglianze”, acquistata due anni prima, all’Esposizione di Brera, dalla principessa di Piemonte. Nel 1873 all’Esposizione Universale di Vienna espone “Compiacenze materne” e “Gioia di dolore” dove viene premiato con una medaglia. Quanto ormai fosse apprezzato a Bologna ne è testimone il giornale L'Ancora del 15 agosto 1874: "Da oggi a tutto martedì dalle 10 ant. alle 4 pom. nello studio del Prof. Luigi Busi, sito nel palazzo Bentivoglio, vengono esposti al pubblico tre quadri testè ultimati per l'Esposizione di Milano - L'incertezza - Le gioie materne - La commendatizia -. Il biglietto d'ingresso è fissato a cent. 25 a beneficio degli Ospizi Marini. Eccitiamo i nostri lettori ad accorrere tutti a questa mostra, e dar così un po' d'aiuto ad una istituzione che si è resa tanto bene merita del popolo". Nel 1875 gli viene assegnato, per l’opera “Conseguenze di un matrimonio celebrato col solo rito religioso”, il premio di 4.000 lire, destinato, dal principe Umberto I, alla migliore opera dell’ esposizione; a Napoli, nel 1877, vince il premio di 1.000 lire per “La visita alla puerpera”. Nel 1878 è all’Esposizione Universale di Parigi con “Amor di madre”. Nel 1881 è presente all’Esposizione Nazionale di Milano con “L’onomastico di Bebè”. In tutte queste occasioni l’artista bolognese ottiene anche grande successo di pubblico. Anche se la pittura da cavalletto costituisce l’aspetto più importante della sua attività, Busi non abbandona le grandi commissioni e i lavori di decorazione. Nel 1871, su incarico del marchese Pizzardi, dipinge una grande tela di argomento risorgimentale raffigurante “Le annessioni”. Ma l’opera che pone di nuovo Busi al centro del dibattito artistico è la grande Pala raffigurante “Il martirio dei Santi Vitale e Agricola”, terminata e collocata sull’altare maggiore dell’omonima chiesa bolognese, nel 1873. Il dipinto si discosta radicalmente dalla tradizione della pittura sacra locale, rappresenta il tentativo dell’artista di innestare anche in questo campo la riforma «verista», già realizzata nel decennio precedente per la pittura storica. Altri lavori eseguiti da Busi a destinazione religiosa sono nella cappella di Villa Hercolani Belpoggio a Bologna con le pitture “Adorazione dei Magi e alcuni putti” e nel Santuario della Madonna del Piratello, nei pressi di Imola (Bologna), con le pitture murali “Otto figure di angeli” e “Scene che illustrano la storia della Madonna del Piratello” (1881-1883), eseguite in collaborazione col pittore Alessandro Guardassoni. Tra i lavori a destinazione civile ricordiamo: le decorazioni nello scalone di Palazzo Pighini a Imola e le pitture nel Teatro Comunale di Bologna, realizzate tra 1861 e il 1866, in collaborazione con il pittore Luigi Samoggia e la Sala Rossa di Palazzo Comunale a Bologna. Luigi Busi muore a Bologna il 31 maggio 1884.

Milano

Via Senato, 45

T +39 02 87 23 57 52

Mail: milano@enricogallerie.com

Genova

Via Garibaldi, 29 R

T +39 010 24 70 150

Mail: genova@enricogallerie.com

©2015 ENRICO Gallerie d'Arte - All Right Reserved - P.IVA 00985970094 | Privacy Policy | Cookie Policy | Site Map