Nato a Reggio Emilia il 23 febbraio 1818, morto a Torino il 17 aprile 1882. Già nelle scuole comunali di Reggio Emilia fu notato da Prospero Minghetti e da lui incoraggiato. Le condizioni economiche lo costrinsero poi, benché giovanissimo, ad assumere lavori di decorazione murale per appartamenti di famiglie agiate, eseguendo medaglioni di fiori, di figure, di paesi, coprendo soffitti e grandi pareti di sale anche con ornati, prospettive architettoniche e vedute pittoresche. I suoi primi importanti lavori furono i pannelli del Caffè degli Svizzeri a Reggio, che poi vennero ritirati in casa del proprietario del locale Tognoni e incorniciati come veri quadri. Nel 1847 si recò a Torino, poi fu a Genova e a Milano, ma in queste città la sua attività di patriota, di soldato volontario, prima sotto Luciano Manara e poi sotto Garibaldi, ha più notorietà di quella artistica. Nel 1850 fu a Ginevra e con l'amicizia, sebbene interessata, del parigino Vittorio Brachard, conquistò notorietà dignitosa e crescente, e buoni compensi. Dal 1855 al 1865 ebbe studio a Ginevra, ma, durante questo decennio, viaggiò molto a Parigi, a Firenze, a Genova, a Torino, nel Delfinato. Si trasferì, quindi, a Londra e, alla fine del 1866 si recò a Firenze e vi esegui nello studio di Cristiano Banti, Tramonto sull'Arno, attualmente presso quell'Accademia di Belle Arti e Il lavoro della terra, già nella Galleria Ingegnoli. Nel 1868 venne nominato direttore e insegnante nell'Accademia di Lucca e Fanno seguente si trasferì a Torino per assumere l'insegnamento, all'Albertina, nella scuola di paesaggio, appena istituita. Dopo sette anni di valoroso e amoroso inse¬gnamento ad una schiera di devoti ed entusiasti discepoli, si recò a Tokio per insegnare in quell’Accademia e vi rimase fino al settembre del 1878. Fu il maestro di C. Alierà, Domenico Bologna, Gilberto Borromeo-Arese, Vittorio Bussolino, P. Caglieri, Marco Calderini, Alessandro Cordani, Carlo Pollini, A. Ghesio-Volpengo, Giuseppe Lucini, Giovanni Piumati, Ernesto Pochintesta, C. Pollonera, A. Prampolini, Clemente Pugliese Levi, A. Raffale, Enrico Reycend, Giuseppe M. Scaglia, C. Stratta, G. Tesio, F. Vercelli. Anche Gaspare Brugnone, G. Camerara, Giuseppe Carozzi, Alfredo d'Andrade, A. Fossati, Giuseppe Gabrielli, Tammar Luxoro, Daniele Ranzoni, Ernesto Rayper e Camillo Rho risentirono la sua influenza, così come Enrico Bogliani. Ristabilitosi a Torino, lavorò con nuovo impeto e rinnovata passione, ma la sua salute era scossa, ed egli si spense dopo quattro anni (durante i quali aveva alternato le speranze alle depressioni) lasciando un gran numero di opere oggi giustamente riconosciute imperiture, la maggior parte delle quali figurarono alla Mostra postuma di Torino nel 1932. Nel complesso di queste opere il Fontanesi ha dimostrato di non avere assecondato né moda, né industria, volendosi contendere con la natura per il suo piacere e non per l'altrui. Per questo ebbe in arte dei nemici e degli indifferenti, ma non gli mancarono anche in vita i riconoscimenti e le esaltazioni. Nella citata Mostra postuma del 1932 furono riunite ed esposte, nelle sale del Museo Civico di Torino, 436 opere del Fontanesi, fra quadri ad olio, acquerelli, d'segni a carbone e incisioni che sarebbe impossibile elencare e delle quali si rammentano le più note: Il mattino, Pomeriggio, Il mulino, La quiete, Pascolo a Creyes, Radura, Pastorella, In solitudine, Donna al fonte, Strada solitària, Le nubi, Il lavoro, Vespero, Sulla soglia, Aprile, Tramonto sullo stagno, La stalla, Il ponticello, Il bagno, Sera, Estate nel Delfinato, Casa in Giappone, Casolare a Rivoli, che con moltissimi altri quadri, studi e schizzi ad olio, acquerello ecc. appartengono alla Galleria d'Arte Moderna di Torino; a quella di Milano, In Vanchiglia, Capanne in una radura, Spiaggia deserta, altre sono nella Galleria Ricci-Oddi di Piacenza; Le nubi, Sul Lago di Ginevra e Bosco di Lernano, proprietà Tournon di Torino; Paesaggio boschivo in una collezione privata di Ventimiglia; Nel bosco in un'altra di Torino; L'armento, già nella Galleria Ingegnoli di Milano; Ritorno dal pascolo; Ritorno dai campi, Idillio, Ricordo di viaggio, Stagno lungo il Mugnone, Fontana nei pressi di Signa, Crepuscolo sul Mugnone, La primavera, Dopo il merìggio, Nel cascinale, Fiori, ed altre pregevoli opere nella raccolta Delleani di Carignano; Il guado, proprietà Gora di Torino; Campagna con mandrie un'ora dopo la pioggia, collocata a Palazzo Pitti a Firenze; Mattino d'ottobre, nella Galleria d'Arte Moderna di Roma con altre due opere; Strada a Creyes, proprietà Basso di Milano; La strada dei campi, nella Pinacoteca di Torino; Aprile, nella raccolta Rossello di Milano; Altacomba, proprietà Bianchi di Torino; Tramonto sul Lago Lemano, presso gli eredi del pittore Marco Calderini; Pecore al pascolo (Delfinato), nella raccolta Toscanini; Chiavica presso Optevoz, nel municipio di Cuneo; San Paolo di Londra, presso E. Rubino di Torino; L'abbeveratoio, nella Pinacoteca di Bologna. Pregevoli le acqueforti e litografie. Di queste ultime si hanno: Venti vedute svizzere, pubblicate nel Musée Suisse di Ginevra 1854-1855 e poi riunite in volume: Promenade pittoresque, Ginevra 1856 (indi riprodotte nel 1914 nel volume La Genève des Genévois). Alla XXVI Biennale Veneziana (1952) fu allestita una importante mostra postuma.

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