Nato a Ferrara il 29 settembre 1857, da poveri contadini, morto a Milano il 14 giugno 1931. Rimasto orfano del padre a cinque anni, ebbe una fanciullezza misera e tribolata che gli fece conoscere presto il dolore. Iniziò i suoi studi all'Ateneo di Ferrara e con un assegno concessogli dal Comune passò all'Accademia di Parma, poi a Brera a Milano, dove studiò col Casnedi, col Ferrano, col Berlini. L'assegno ferrarese era troppo misero per mantenere una famigliola mentre studiava; per questo si cercò un lavoro manuale. Nel 1880 venne nominato insegnante di prospettiva e scenografia all'Accademia di Brera, ed egli si impegno in tale carica come una missione ed un apostolato, per oltre quarant 'anni. La sua notorietà artistica risale al 1891, quando espose alla Triennale di Milano Ora triste. Quattro anni dopo presentò al pubblico Lacrime, con lo sfondo architettonico disegnato solidamente, che doveva poi divenire la parte caratteristica del complesso delle sue opere. Fu assiduo espositore alle Biennali di Brera dal 1895 al 1914; inviò opere a quasi tutte le Internazionali di Venezia e partecipò alle principali Mostre italiane e straniere. Le sue opere più note sono: Panem nostrum quotidianum; Visione triste, che appartiene alla Galleria d'Arte Moderna di Venezia; Gloria (trittico), conservata in quella di Roma; Il morticino in quella di Milano; Piazza San Marco a Venezia, proprietà De Vecchi; Il Viatico, nella raccolta Zuccoli; Chiesa abbandonata, in quella Sommariva di Milano; Ombra; Veglia; Pace; L'anima delle pietre; Settimana di passione (trittico); Eterno altare, (trittico); L'ingresso della Certosa di Pavia; II dominatore; Madre operaia, alla quale fu assegnato, a Milano nel 1900, il Premio Principe Umberto. Egli seppe anche amalgamare l'elemento fantastico col reale. In tutte le sue figurazioni la nota patetica è sempre la più vibrante. Suo è il ciclo di studi paesistici fatto nei luoghi del francescanesimo, e altrettanto i disegni di Roma antica pubblicati nel volume « Roma », il cui testo fu scritto da Luca Beltrami. Quando fu creata la Scuola d'arte applicata, presso l'Istituto di rieducazione fisica dei Mutilali di guerra, ne fu affidata la direzione al Mentessi. Fu anche un acquafortista di rara precisione e di grande sensibilità. Emulò il Conconi nel raggiungimento di violenti risalti di luce e di effetti notturni. Si ricordano in questa sua geniale attività Lagrime; L'aggressione; II funerale, episodi delle quattro incisioni illustranti Il dramma nel giorno della Sagra. Altre acqueforti: L'interno di chiesa barocca; Facciata di chiesa barocca; II tavolo dello studio. Fu il maestro di A. A. Alciati, di R. Brambilla, di G. Galbusera, di A. Rizzi.

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