Nato a Tocco di Casauria il 2 ottobre 1851, morto a Francavilla a Mare il 5 marzo 1929. Sovvenuto dal Comune di Chieti, si iscrisse, nel 1868, all'Istituto di Belle Arti di Napoli, discepolo di Filippo Palizzi e Domenico Morelli ed incontrandosi anche col Fortuny nel 1874. Da questi insegnamenti ben presto si allontanò, per affermarsi in un'arte assolutamente originale. La. processione del Corpus Domini, esposto alla promotrice «Salvator Rosa» di Napoli nel 1877, gli diede di colpo la celebrità. In seguito dipinse: Crepuscolo; Campagna con armenti; Primavera d'amore, esposti a Parigi nel 1878: L'ottava; Impressioni sull'Adriatico; Domenica delle Palme; Pescatori di telline e Morticelli, esposti a Torino nel 1880; Studi a tempera, composti da trentaquattro soggetti, esposti a Milano nel Palazzo del Senato, nel 1881; Il voto, esposto a Roma nel 1883 (considerato il suo capolavoro) ed attualmente in quella Galleria d'Arte Moderna, dove pure è conservato Pastorella. Egli diede la più grande battaglia a quanto rimaneva di vecchio nella pittura moderna, avvalendosi, in certo qual modo, di una tecnica impressionista, adoperando grossezza di colore e freschezza di pennellata, con le quali ottenne effetti potenti di rilievo, di luce e di colore. Sono gli anni nei quali strinse amicizia col giovane Gabriele D'Annunzio, dalle cui opere trasse ispirazione per uno dei suoi quadri più famosi, La figlia di Jorio, oggi fortunatamente tornato in Italia e premiato alla Biennale veneziana del 1895 (il grande studio di quest'opera era nella collezione Ingegnoli di Milano). Precedentemente aveva esposto a Venezia (1887), a Roma (1893), ad Anversa (1894). Nel 1889 espose circa duecento opere alla III Biennale veneziana ed un centinaio a Berlino. Poco dopo il 1885, per disturbi alle facoltà intellettive, si allontanò dalla pittura; soltanto nel 1911 si riprese e partecipò alla Biennale di Venezia. Alla VI Quadriennale romana (1952) fu allestita una commemorativa con molte opere. Il catalogo ufficiale portava una commossa biografia di Alfredo Schettini. Altre sue opere: Testa di giovane don¬na, nella collezione Turri di Milano; Gli storpi e I serpenti, esposti a Parigi nel 1900; I pastori; Riposo di mezzogiorno; Piccola figlia; Il sonno dell'innocenza; La mucca ammalata; Testa d'uomo (pastello); Testa di donna (pastello) e Mare Adriatico, conservate tutte e quattro nella Galleria d'Arte Moderna di Milano; Il Morticino (replica dei Morticelli), nella Galleria d'Arte Moderna «Ricci Oddi» di Piacenza; Autoritratto; Studio per il voto; Testa di bimbo ricciuto; Donne inginocchiate; Madre col seno scoperto e Interno di bosco, tutte e sei di proprietà Micozzi di Roma; Il ri¬torno dal pascolo e Pastorella, nella collezione Chiarandà di Napoli; Processione di fanciulli, in quella Falk; Autoritratto, di proprietà Valentini; Contadinella, nella raccolta G. Rossi; La gioia di vivere, che era nella dispersa raccolta Trossi-Uberti; Attendendo gli sposi, in quella Rossello di Milano. Fu anche eccellente ritrattista. Coltivò con gusto finissimo l'acquaforte. Fu il maestro di A. Ferraguti, G. Carino; influenzati dalla sua arte furono anche il fratello Quintilio, Camillo Innocenti, Vincenzo Irolli e Tito Pelliccioni.

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