Nato ad Alessandria il 18 luglio 1853, morto a Milano il 7 novembre 1919. Studiò all'Accademia di Brera, incerto ancora se intraprendere la carriera della pittura o della musica. Una precoce infermità all'udito lo destinò ben presto alla gloria della pittura nostra. I suoi primi quadri a soggetto romantico e sociale sono già pittoricamente ben costrutti, tali da poter essere considerati come opere capitali non solo nella sua vasta produzione, ma anche tra i capolavori dell'arte italiana della sua generazione. Due di questi sono: Giorni ultimi e Il viatico. Il suo temperamento tranquillo e la sua mentalità riflessiva, e forse più ancora la sua crescente sordità che lo isolò per sempre dai rumori del mondo, lo spinsero verso il divisionismo che egli adottò definitivamente. Il primo lavoro, uno tra i migliori, che rivelò la sua conversione, fu esposto alla Biennale di Brera nel 1891 col titolo Alba. Nel 1883 egli vinse il premio Fumagalli e nel decorso della sua rapida carriera conquistò diverse medaglie d'oro: a Parigi, a Nizza, a Roma, a Torino, a Milano, a Barcellona, a Dresda. La sua opera Giorno di festa, acquistata per il Museo del Lussemburgo a Parigi, gli procurava le insegne della Legion d'onore, e altre onorificenze ambite ebbe dall'America e dalla Germania. Caratteristico, nell'arte di Angelo Morbelli, è il sottile dualismo tra gli spunti soggettivi delle opere sue, a volte patetici, a volte sociali, a volte canzonatori, in contrasto con la severa sobrietà della tradizione del quadro che gli permise di sfuggire ai pericoli di quella frivola piacevolezza. Egli è stato bensì un pittore con gli occhi aperti sulle facili antitesi della vita, ma non per questo egli non resterà fra i maggiori rappresentanti dell'arte italiana. Resterà come tecnico forte, prima e dopo l'adozione del divisionismo, perchè seppe compenetrare nell'opera sua la tecnica dottrinale e il profondo sentimento umano, come nell'insigne lavoro Natale dei rimasti. Fra le principali e più note sue opere si rammentano: Fanciulla romana in costume; Annita; Mi riconosci?; Ciao, esposte a Milano nel 1881; Studio di testa e Tiziano, anch'esse esposte a Milano rispettivamente nel 1883 e 1886; Vecchioni, che figurò alla Biennale di Venezia del 1897; Siesta invernale, espostavi nel 1903. I due inverni è conservata nella Pinacoteca di Alessandria con l'altra opera La morte di Goethe. La stazione centrale di Milano nel 1889; Giorni ultimi; Inverno al Pio Albergo Trivulzio e Tempo di pioggia, son collocate nella Galleria d'Arte Moderna di Milano; Il Viatico, in quella di Roma; Un Natale al Pio Albergo Trivulzio, nel Museo Civico di Torino; L'interno della chiesa di San Celso; Vecchie calzette; Mi ricordo quando ero fanciulla; Sogno e realtà; Le parche (bianco e nero); Tra gli zingari; Sposa; Pomeriggio; Al tramonto; Tramonto sulla Laguna di Burano; In risaia e Ave Maria, nella quadreria della Società Artisti e Patriottica; La sedia vuota, nella raccolta del prof. Nicola Carraro a Milano; È l'ora che volge al desio; Pax; Tramonto sulla Lera; Veglia; Partenza; Telegramma; Autoritratto; Trittico della vita, nella collezione del dott. Pietro Ruffini a Milano. Fu uomo semplice, ingenuo e modestissimo: nell'opera sua, per la quale attingeva le ispirazioni dalla sorte di chi va alla deriva della vecchiaia e della miseria, si rispecchia tutta la bontà del di lui animo.

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Interno del Duomo, Milano 1897

olio su tela

firmato e datato in basso a destra

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