Nato a Santeramo in Colle (Bari) il 22 dicembre 1832, mortovi il 28 agosto 1894. Compiuti gli studi classici e conseguita la laurea in giurisprudenza, ottenne dal padre di potersi dedicare all'arte, alla quale si era dimostrato precocemente incline. Studiò dapprima con Filippo Bonolis, poi con Tommaso de Vivo e Michele Di Napoli. Infine cominciò a far da sé, solo giovandosi dei consigli di Domenico Morelli e di Filippo Palizzi, ai quali era legato da profonda amicizia. Fra il 1856 e il 1859 soggiornò a Roma, ispirandosi alle grandi opere d'arte di quelle Gallerie; poi tornò a Napoli, dove si stabilì. Nel 1868 si recò a Parigi, per l'Esposizione Universale, e vi rimase tanto da trovarvisi durante l'assedio ad opera dei Prussiani. In quest'occasione prestò servizio nell'ambulanza italiana. Tornato in Patria, più non si mosse da Napoli se non per recarsi di quando in quando alla nativa Santeramo, e per un viaggio in Oriente (1884), ad Atene, Costantinopoli, poi, al ritorno, per Bucarest, Budapest e Vienna. Artista di grande sensibilità, trattò con sentimentalismo romantico quadri di soggetto moderno e di argomenti tratti dalla storia greca e romana. Alla Puglia nativa furono ispirati i paesaggi, che non sdegnò, ed all'Oriente altre tele, che rappresentano una caratteristica della sua arte. Egli esordi con La morte di San Giuseppe da Calasanzio, per la Cappella di San Carlo alle Mortelle in Napoli. Nel 1861 inviò a Firenze, per quella Esposizione, La follia di Haydée, acquistato dal signor Smith, allora console turco a Livorno. Altri suoi quadri importanti sono: Coro greco che esce dal tempio, esposto e premiato all'Esposizione artistica di Napoli nel 1876; Lotta di gladiatori durante una cena a Pompei, una delle migliori opere del Netti, esposta a Torino nel 1880, acquistata dalla regina Margherita, e conservata nella Pinacoteca di Capodimonte a Napoli; In Corte d'Assise, che figurò a Roma nel 1883, e fu acquistato dalla città di Bari; La siesta, esposto alla Mostra artistica di Napoli del 1885, e acquistato dal Municipio di Bari; La crisi, quadro assai suggestivo, inviato a Venezia nel 1887 con Donne turche che prendono il caffè, esposto nuovamente nel 1911 alla mostra retrospettiva del Netti, organizzata da Giovanni Tesorone alla Biennale Veneziana, ed acquistato dal Governo francese per il Museo del Lussemburgo; Processione di penitenza durante l'eruzione del Vesuvio del 1731, uno dei suoi più importanti dipinti; L'uscita da un ballo in maschera e Una strada durante la pioggia, facenti parte della raccolta Vonwiller a Napoli; La fucilata (episodio del 15 maggio 1848), nel Museo San Martino di Napoli; L'abbeveratoio, eseguito nel 1885; Il pianto di Saffo; Ricamatrici levantine; Una donna che legge; Il riposo in mietitura; La mietitura, lasciato incompiuto ed acquistato, dopo la morte dell'autore, dal Governo italiano per la Galleria d'Arte Moderna di Roma; Mietitore che beve, tela pure incompiuta, conservata nell'Istituto di Belle Arti di Napoli; La Maddalena, nella Cattedrale di Altamura; Sant'Effremo, nella chiesa di Santeramo; Un acquazzone, appartenente al barone Chiarandà; Un canto del mio studio, acquistato da Eduardo Dalbono; Gli amanti asfissiati; La lettrice, nella raccolta Turri-Gallina di Milano. Lasciò anche molti buoni ritratti.

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