Nato a Livorno nel 1869, morto all'ospedale di Santa Maria Nuova, in Firenze, il 18 giugno 1920, in assoluta povertà. Ebbe vita travagliata e dura, provò molte umiliazioni, ma divenne egregio nell'arte, per merito proprio. La natura fu la sua grande maestra, ed egli la ritrasse in piccoli quadri, ora molto ricercati, nei quali alternò il mare e la campagna livornese, i campi della Versilia, le Alpi di Luni, la Maremma. Ebbe solo il conforto dell'amicizia paterna di Giovanni Fattori. Sulla quarantina, si recò in Francia dove un suo fratello artista lirico aveva accumulato una discreta fortuna, e con lui visse finché non lo colse la nostalgia di Livorno e della Maremma; e persino a Firenze, dove poteva trovare amici e committenti, non si fece vedere che di sfuggita. Ogni suo quadro è il frutto di innumerevoli studi e disegni, nei quali egli metteva tutta la sua maestria, il suo lirismo, la sua sincerità di artista al di fuori di ogni polemica e di ogni speculazione. Solo negli ultimi anni dipinse qualche luminoso ritratto. Nessuna galleria pubblica conserva opere sue, che andarono disperse per poche lire, che di tanto si accontentava l'artista. Ma lo rivendicò una mostra postuma ordinata alla Biennale Veneziana del 1922, nella quale si poterono ammirare : Pesci; Siesta di barche; Il ciabattino; Daini inseguiti; Strada al sole, tutti appartenenti all'aw. D. Tempestini di Firenze; Passeggiata ad Antignano; Un idillio e Aragosta, tutti proprietà del signor Giovanni Quercia di Prato; Libeccio (Antignano); Oliveta con contadinella e bufali; Pagliai e contadinella; Pagliai in Maremma; Pesci e conchiglie; Vaso con fiori; Ponte dei Fossi (Livorno); Mercato di montoni (Francia); Il passo alle bufale (Maremma); Sterpale d'autunno; Case coloniche presso Orbetello; La modella; I pesci; I fumaioli; Effetto di pioggia; Buoi all'aratro; Ritratto dell'ing. Emanuele Rosselli; Viottola fra gli ulivi; Cantuccio di giardino; Testa d'uomo; Il blocco di marmo; Ragazzo sulla porta; Uliveto in Maremma; Barca con garitta; Pescatore e reti; Guardiano di porci; Meriggio in Populonia. Il pittore Giulio Cesare Vinzio possiede una sua Primavera; la signora Corinna Trossi-Uberti ha, nella propria collezione, Il Porto di Livorno.

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