Eugenio Zampighi nasce a Modena nel 1859. Circondato da artisti, suo padre era, infatti, uno scultore ornatista e suo zio un pittore, Zampighi, a soli 13 anni, nel 1872 viene ammesso all’Accademia di Belle Arti di Modena dove comincia a frequentare i corsi di Adeodato Malatesta e Antonio Simonazzi. Dal 1873 al 1878 a parte della società d’incoraggiamento per gli artisti e nel 1880 partecipa sia al Premio Magnanini per la pittura con l’opera Ricchezza e povertà, sia al premio Poletti. Vincerà quest’ultimo premio con l’opera Un gladiatore reziario ferito nell’Anfiteatro Flavio, tela che gli consentirà di vincere una borsa di studio di tre anni a Roma e un anno a Firenze. Tra Roma e Firenze, Zampighi incentrerà i suoi lavori su tematiche del tempo, attirando forti critiche dalle commissioni giudicatrici, critiche che poi lo porteranno a concentrarsi su tematiche più ricercate dal mercato internazionale, quali scene allegre di vita rurale italiana, molto apprezzate dai collezionisti stranieri perché liberi da ogni immagine di critica e denuncia sociale. I tratti delle opere di Zampighi seppur immediati e realistici non erano dipinti dal vero, bensì servendosi della fotografie scattate ai soggetti in questione: anziani, mamme e bambini, tutto accuratamente studiato, dalla posa all’abbigliamento, all’ambientazione. Zampighi realizzava i suoi scatti con la tecnica della gelatina ai sali d’argento su carta baritata oppure, all’inizio, all’albumina su carta, per inventare e creare man mano i propri dipinti, vere e proprie composizioni. Tra le tele più famose Dalla nonna, Le ciliegie appena colte, Giochi di bambini, Interno con due donne e un neonato, L’ombrello. Tutte queste opere presentano elementi caratteristici: stessi suppellettili e stessi personaggi in diverse opere. Ad esempio: il panciuto recipiente giallo con collo strozzato e allungato, l’uomo anziano che porge alcune ciliegie ad un bambino in braccio alla giovane madre ricorrano in due o più opere del Zampighi. Tra le opere d’arte dell’artista modenese anche alcune stampe che lui stesso utilizzava come book fotografico per presentare se stesso e le i suoi lavori ai commercianti d’arte o agli acquirenti stranieri. Quindi uno Zampighi che sdoppia l’utilizzo della fotografia: da una parte crea un album personale, dall’altra si serve degli scatti appositamente studiati per realizzare i suoi dipinti. Il repertorio artistico di Eugenio Zampighi, artista eclettico, si arricchisce di un ulteriore album di schizzi e disegni, realizzati per studiare gli effetti chiaroscurali e i contrasti luminosi, poi utili alla composizione delle sue opere. Muore a Maranello nel 1944.

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