Nato a Milano il 13 dicembre 1853, morto quivi il 2 novembre 1937. Studiò privatamente col paesista Fasanotti. Entrato presto all'Accademia di Brera, compì gli studi alla scuola di Giuseppe Bertini il quale avvertì le singolari attitudini dell'allievo nei suoi primi saggi di interni, continuati per qualche tempo anche per il pratico incoraggiamento del Goupil di Parigi. Di quel periodo si devono ricordare: Coro della chiesa di San Vittore; Cappella della chiesa del Cannine; Vestizione di una monaca al Monastero Maggiore; Sala del palazzo Verri; Sala nel castello di Isogne. Ma il Bazzaro sentì presto, il fascino pittorico della laguna veneta e a Chioggia dipinse molti quadri che si alternavano a quelli ispirati dal Lago Maggiore, prima a Miazzina, poi al Mottarone e a Gignese dove soggiornava parte dell'anno. Così il Bazzaro passò definitivamente dall'ancora romantico chiaroscuro degl'interni alla aperta verità del paesaggio nel quale può essere considerato come un esponente dell'impressionismo lombardo. Le sue qualità di colorista, mentre danno di preferenza le calde trasparenze delle ombre crepuscolari e autunnali, sanno rendere anche la fresca gaiezza primaverile e mattutina sempre con una pittura libera e rapida. Ha partecipato alle principali esposizioni italiane ed estere e le sue opere sono in gallerie pubbliche e raccolte private di tutto il mondo. Alcuni dei suoi numerosissimi quadri: Chioggia, nella collezione Luce di Milano; Il samaritano; Quod superest date pauperibus, esposto alla Biennale di Venezia nel 1914 e alla Prima Quadriennale di Roma nel 1931; Rimembrando; Ponte di Chioggia, premiato con medaglia d'oro a Parigi nel 1889; Ave Maria alla Certosa di fama, nella Galleria d'Arte Moderna di Milano (una seconda edizione di quest'opera figura nella raccolta del cav. Giovanni Bianchi a Milano) ove sono anche la Vestizione di una monaca, la Cappella della Madonna del Carmine e quella di S. M. delle Grazie, Il Lago Maggiore, i ritratti di Ernesto Bazzaro, di Amero Cagnoni, della sorella e della moglie (donato dagli eredi). Le lavandaie chioggiotte alla Galleria d'Arte Moderna di Torino; Testa di vecchio esposto nel 1913 alla Famiglia Artistica di Milano ed ora nella Collezione Turri; Aqua fontis e Inverno a Chioggia nella Galleria d'Arte Moderna di Roma; Pace ai naufraghi, premiato con medaglia d'oro alla Triennale di Milano nel 1897 e acquistato dal re; Dopo il naufragio, esposto a Milano nel 1906, col quale vinse un altro premio Principe Umberto, e che a Monaco di Baviera gli valse il primo premio e venne acquistato dal Ministro Andrassy; Spasimo di fiori; Benedizione; Tramonto a Chioggia; Refugium peccatorum; Burrasca; I miei polli; Trampolino, premiato con medaglia d'oro a San Francisco di California nel 1915; Bragozzi. Alle Biennali Veneziane apparvero sue opere dal 1897. Quell'anno vi espose Orazione a Chioggia; nel 1889, Tutto è gioia; nel 1903, Ritorno a Sottomarina; Festa del sole e Gli amici di Nino; nel 1905, Fuoco, fuoco! e Fiori e sorrisi; nel 1907, Ricordi e Veterani del mare; nel 1909, All'aria aperta e Un angolo di Chioggia vecchia; nel 1910, Superstite (Chiesa di Chioggia) e Raccolta delle cipolle; nel 1912: Tempo piovoso; Mattinale e Ritorno dal Gran Paradiso; nel 1914, 23 opere in mostra personale, ispirate a Chioggia ed alle Alpi; nel 1920: Lavandaie; Chioggia; Sull'imbrunire e Festosità; nel 1922, All'abbeveratoio e Nelle tenebre; nel 1924, Ponte della Pescheria a Chioggia e Inaugurazione del Crocefisso; nel 1926, Ultimi raggi e Lavanderia del Convento a Chioggia; nel 1928, Mercato a Chioggia e La vela nuova; nel 1930, Alba del Venerdì Santo e Piazzetta del Melezet a Bardonecchia; nel 1932, Rattoppi alle reti e Ultima neve sul Mottarone. Fra i suoi allievi figura Paolo Troubetzkoy.

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