Mario Chianese nasce a Sampierdarena nel 1928, figlio d’arte (Nicolò Chianese), giovanissimo si dedica alla pittura facendo tesoro degli insegnamenti domestici e poi di quelli di Antonio Mario Canepa, Ave Bassano e Antonio Schiaffino. Del 1950 è la sua prima personale alla galleria Rotta, portata nell’anno successivo a Milano alla galleria Ranzini. In queste due prime occasioni gli viene riconosciuta da critici come Leonardo Borghese, Vincenzo Costantini, Arrigo Angiolini, Aurelio Belloccio, Giuseppe Grazzini, Emilio Zanzi, Giovanni Riva, una maturità psicologica e capacità pittoriche già allora inconsuete nelle generazioni coeve. Nel 1959 viene premiato al premio Biella, da una giuria presieduta da Felice Casorati che nello stesso anno lo propone all’ VIII Quadriennale di Roma. Da quella data sono numerose le sue personali in molte città italiane ed a manifestazioni a carattere nazionale. Negli anni ’60 fa parte del gruppo di pittori che danno inizio all’attività della galleria La Polena, dove ha occasione di confrontarsi con vivaci realtà artistiche del tempo, raccogliendone stimoli, misurandoli all’interesse per la natura, che rimane in ogni momento l’oggetto della sua ricerca, pur non mancando una produzione di ritratti e di nature morte. Dal 1972 al 1981 risiede a Monterosso (SP) dove lo studio luce-colore viene condotto all’estremo limite. Segue un ritorno alla natura e all’immediatezza dell’ispirazione diretta del paesaggio, accogliendo anche elementi di concettualizzazioni attraverso l’accostamento di prelievi di materiali grezzi a paesaggi dipinti, o alla sequenza di più immagini prese da diversi punti vista e in tempi diversi. Nel 1974 viene pubblicato , per conto della galleria Il Vicolo, il catalogo ragionato delle sue incisioni con testi di G.Beringheli, V.Fagone, G.Giuffrè. Nel 1979 viene eletto accademico di merito dell’Accademia Ligustica di belle arti di Genova e nello stesso anno gli viene conferita la cattedra di pittura che terrà fino al 1997. Nel 1980 viene pubblicata una monografia dell’opera pittorica a cura di Gianfranco Bruno, che resterà testo fondamentale per ulteriori approfondimenti. Nel 1985 il Comune di Arezzo organizza, a cura di Guido Giuffrè, una sua personale di pittura e incisione alla Galleria d’Arte Moderna di quella città. Nello stesso anno il Comune di Genova allestisce al museo Sant’Agostino una personale delle sue incisioni a commento dei testi poetici di Carla Mazzarello. Mario Chianese nel 1988 in occasione dell’antologica ordinata alla galleria Rubinacci di Genova vengono pubblicati in catalogo tutti i testi redatti da G.Berigheli dal 1961 al 1987. Nel 1997 il Museo d’arte contemporanea di Genova di Villa Croce, allestisce un’ampia rassegna antologica di pittura e di incisione con un diffuso saggio di Guido Giubbini. Quasi contemporaneamente il museo di Villa dei Cedri di Bellinzona (CH) pubblica un quaderno delle sue incisioni a cura di Matteo Bianchi e ancora testo di Guido Giubbini dal titolo “Spostarnenti progressivi della visione”. Dal 1990 al 2000 è stato presidente e socio fondatore dell’associazione dell’incisori liguri ed ha promosso tre triennali dell’incisione italiana riservate ad autori con età non superiore ai trentacinque anni, con la collaborazione organizzativa del museo di Villa Croce. Nel 2005 gli viene conferito il premio alla carriera unitamente a Vittorio Attardi, Walter Piacesi, alla biennale dell’incisione Polanski. Nel 2005 a palazzo Cuttica ad Alessandria viene promossa da quel comune una sua personale di incisione nell’avvio dell’attività espositiva del Gabinetto delle stampe antiche e moderne di quel museo. Nel 2011 accetta l’invito di partecipare alla Biennale ligure d’arte contemporanea, una sezione regionale del Padiglione Italia della Cinquantaquattresima Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia proposta da Vittorio Sgarbi come mostra inaugurale dell’appena restaurato Palazzo della Meridiana a Genova. Nel 2017 a Torino, nello Spazio Don Chisciotte della Fondazione Bottari Lattes, inaugura la mostra antologica “Il tempo, la luce, la terra, la memoria” dove sono rappresentati oltre sessant’anni di studi e di pittura sulla natura. L’arte di Chianese, fatta eccezione per alcuni studi, le nature morte e i ritratti, è una pittura di natura dove poco spazio è lasciato al costruito dall’uomo e ogni argomento è ripreso sempre dal vivo. I suoi soggetti sono i paesaggi che dall’epicentro di Gavi si sviluppano verso Bosio, Mornese, San Cristoforo, Francavilla, Arquata Scrivia, Vignole, Carrosio; alcuni scorci di Monterosso. A Genova tra gli anni 40 e 50 le alture di Sampierdarena dove risiedeva, in seguito quella di Sant’Ilario. Amante della pittura ligure di fine Ottocento e Novecento, possedeva una raccolta di opere di autori tra i quali: Ernesto Rayper, Santo Bertelli, Rubaldo Merello, Giovanni Battista Derchi; è stato il maggior esperto e tra i più importanti collezionisti dell’opera di Dante Conte.

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