Quanti colori ha il blu? Quanta luce si nasconde sotto l’erba rosa nella mattina di una giornata che promette di diventare felice? La Liguria è una tavolozza. Il vento del mare porta fogliame viola nei pini ritorti, memoria di tutti i soli che il mare ha ingoiato. La Liguria è memoria e desiderio che riverbera la luce verissima dei dolori e delle gioie che mille maestri non potrebbero dipingere. La Liguria è una tela ruvida dove tutto ciò che c’è già dall’inizio dei tempi può sempre prendere forme nuove. La Liguria è un quadro inverosimile e incredibile, verniciato con la patina salata delle sue vedute e incorniciato nell’oro del sole, che si stupisce ogni giorno.
Questo secondo volume dei Quaderni dell’ottocento è dedicato alla pittura ligure e si apre con un gruppo straordinario di dieci dipinti divisionisti di Rubaldo Merello, pittore solitario e visionario, ossessionato da un unico soggetto, il Promontorio di Portofino, trasfigurato in una materia allucinata dal sole e infiammata da colori dominanti, i rosa crepuscolari e i blu elettrici, inverosimili eppure così reali, e percossa da inquiete sciabolate rosso-violetto come le due tele straordinarie esposte da Aberto Grubicy nel Salon des Peintres Divisionnistes Italiens di Parigi del 1907, qui eccezionalmente ripresentate al pubblico.
Ancora, è il divisionismo del tutto personale di Giuseppe Cominetti e Domenico Guerello a colpire gli occhi per l’intensità di luce e colore, attraverso la pittura filamentosa e vivida del primo, che condensa in due piccoli oli di figura le suggestioni mitologiche e simboliste degli anni parigini, e la sintesi geometrica e mentale del secondo, in una tela dal taglio quadrato inconsueto, giocata sul forte controluce tra le fronde di un albero e la veduta aerea su cui si staglia ieratico, permeata di una luce diafana e violetta quasi metafisica.
Su un altro registro, di dimensioni monumentali, si muove il divisionismo di Antonio Discovolo e Sexto Canegallo. La grande tela del primo è un capolavoro che ricorda Seraut per il chiarore cromatico, l’atmosfera immobile e classica, e la chiarezza e verità con cui la vita campestre è ricreata. Le due tele del pittore sestrese, invece, per l’ermetico simbolismo e la tensione inquieta delle figure avviluppate in spire ascensionali e curvilinee d’ispirazione futurista, ci sconcertano ancora oggi come sconcertarono il pubblico parigino nel 1925.
È la Liguria più misteriosa e segreta quella nelle tele di Ernesto Rayper e Serafino De Avendaño, fondatori della moderna scuola di paesaggio di metà Ottocento. Le loro vedute en plein air dell’entroterra, con i loro scorci remoti e nascosti, sono dominate da verdi e grigi argentei quasi monocromi, da cui prende il nome il loro celebre movimento, e da un istinto lirico innovatore.
Il viaggio in Liguria prosegue con le splendide vedute costiere dei protagonisti del realismo del secondo Ottocento. Si va dalla luce che bagna i colori in una vibrante sintesi tonale di Angelo Costa, con il sole che colpisce la strada lungo la costa di Santa Margherita Ligure, alla presenza dirompente del mare, delle sue onde quasi tangibili e sonore nelle audaci visioni impressioniste di Andrea Figari e Giuseppe Sacheri, sino alla pittura poeticamente sintetica di Lazzaro Luxardo, che del divisionismo mantiene il colore acceso, e a quella più terrestre del lombardo Pompeo Mariani, forse il più francese tra quelli che guardavano la Liguria, in una tela dove l’unica linea che separa il cielo dal mare è l’orizzonte brulicante di vele, puntellato da colori veneti, del porto di Genova.
Sede della mostra: Enrico Gallerie d'Arte, Via Garibaldi 29R, Genova
Durata: Dal 14 ottobre 2021 al 18 dicembre 2021
Orari: dal martedì al sabato 10.30 - 13 / 14.30 - 19.00
Info: enricogallerie@iol.it - Tel. 010.2470150
La grande mostra Divisionismo La rivoluzione della luce, aperta il 23 novembre 2019 e chiusa anticipatamente per effetto di quanto disposto dalle norme emanate per il contenimento del virus Covid-19, sarà riallestita nelle magnifiche sale del Castello Visconteo Sforzesco di Novara e riaperta al pubblico dal 24 ottobre 2020 al 2 giugno 2021 in formula “Rewind”.
Promossa e organizzata dal Comune di Novara, dalla Fondazione Castello Visconteo e dall’Associazione METS Percorsi d’arte, in collaborazione con ATL della provincia di Novara, con i patrocini di Commissione europea e Provincia di Novara, con il sostegno di Banco BPM (Main Sponsor), Regione Piemonte, Fondazione CRT e Esseco s.r.l., è curata dalla nota studiosa Annie-Paule Quinsac, tra i primi storici dell’arte ad essersi dedicata al Divisionismo sul finire degli anni Sessanta, esperta in particolare di Giovanni Segantini – figura che ha dominato l’arte europea dagli anni Novanta alla Prima guerra mondiale –, di Carlo Fornara e di Vittore Grubicy de Dragon, artisti ai quali ha dedicato fondamentali pubblicazioni ed esposizioni.
Grazie alla disponibilità dei prestatori sono state confermate 61 delle 67 opere presenti nel primo allestimento, provenienti da prestigiosi musei, istituzioni pubbliche e collezioni private. Quelle mancanti, già destinate ad altre esposizioni o impossibili da movimentare una seconda volta, sono state sostituite con opere altrettanto importanti di Giovanni Segantini, Giuseppe Pellizza da Volpedo e Angelo Morbelli, selezionate in funzione della loro attinenza al percorso scientifico al fine di mantenere il rigore dell’impianto originario.
Per l’occasione è stata realizzata una pubblicazione ad hoc con le schede critiche, bibliografiche ed espositive delle nuove opere esposte.
Sede della mostra: Novara, Castello Visconteo Sforzesco, piazza Martiri della Libertà n. 3
Durata: Dal 24 ottobre 2020 al 2 giugno 2021 - Orari: Lunedì - domenica 10,00 – 19,00
Info: www.metsarte.it
Dal 8 ottobre al 18 dicembre 2020, la Galleria Enrico presenterà una Collettiva di Pittura ligure tra '800 e '900 nella sede di Genova, in Via Garibaldi 29R.
L'ampia rassegna comprende dipinti di Antonio Varni, Pompeo Mariani, Giorgio Belloni, Antonio Discovolo, Plinio Nomellini, Rubaldo Merello, Cornelio Geranzani, Giuseppe Cominetti, Sexto Canegallo, Alberto Salietti, Emanuele Rambaldi e altri.
Sede della mostra:
Enrico Gallerie d'Arte - Via Garibaldi 29R - Genova
Durata della mostra:
08 ottobre - 18 dicembre 2020
Orari:
Dal martedì al sabato: 10 - 13.00 / 14,30 - 19.30
Domenica e lunedì: chiuso
La mostra, che il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Mario Rimoldi delle Regole d’Ampezzo propone per la stagione invernale è un percorso suggestivo dentro al quale si snodano quattro differenti tematiche che guardano al Paesaggio, al Ritratto nelle scene di vita quotidiana, al Lavoro dell’uomo, e termina con un omaggio a quattro figure femminili del secolo scorso: Emma Ciardi; Rosetta Fontanarosa; Lina Rosso e Alis Levi.
In questo contesto saranno esposti 80 dipinti provenienti da importanti collezioni private, da Fondazioni Bancarie e una selezione delle opere della prestigiosa collezione Mario Rimoldi.
Lo sguardo ammiccante della misteriosa Madame X di Giovanni Boldini è la piccola istantanea di una scena sensuale e segreta che ci porta all’interno di una mostra affascinante: un percorso attraverso il sentimento del colore nella pittura italiana e veneta tra Ottocento e Novecento.
Dalle ‘divine’ e mondane donne immortalate dai parisien d’Italie, la rassegna si addentra poi nell’impresa di narrare i mille volti del paesaggio con un nucleo consistente di opere degli innovatori della pittura veneta dell’Ottocento: Guglielmo Ciardi; Ettore Tito; Giacomo Favretto; Alessandro Milesi e Luigi Nono. Un paesaggio che parte dalle incantevoli vedute della ‘sensuale’ Venezia fino a raggiungere lo spirito della montagna che si apre ai grandi spazi, alla vastità dei cieli, alla solennità di una veduta che si rigenera nella serenità e nella quiete dei luoghi d’affezione.
Il lavoro e la fatica dell’uomo, è un altro dei temi che la mostra affronta con spettacolari dipinti del Novecento tra i quali: La zolfara, di Renato Guttuso; Scaricatori di carbone di Armando Pizzinato e le Donne al telaio, di Fortunato Depero che l’artista inserisce in quel teatro plastico dentro al quale il soggetto si trasforma in automa e manichino di se stesso.
Una particolare sezione della mostra è dedicata a quattro donne che hanno saputo rinnovare il linguaggio pittorico con una forte sensibilità femminile: Emma Ciardi, Lina Rosso, Rosetta Fontanarosa e Alis Levi, raffinata e colta pittrice inglese, che sceglie Cortina d’Ampezzo quale luogo dell’anima e che rimane la protagonista di un milieu intellettuale tra Venezia e la città Ampezzana. Tutte queste opere sono esposte in dialogo con la collezione Mario Rimoldi, che presenta al secondo piano del Museo una selezione dei dipinti scelti per un approfondimento sui temi della mostra.
Una sezione particolare sarà dedicata ai suggestivi paesaggi innevati, ritratti dagli autori nei diversi luoghi, tra i quali: Venezia, Milano e naturalmente Cortina. L’esposizione presenta inoltre una piccola sezione dedicata a quattro artisti contemporanei che si confrontano con i temi della mostra, la sezione denominata: Suggestioni Contemporanee presenta le opere di: Andrés David Carrara, Leonardo D’Este, Serena Nono, Beppe Saretta. Al secondo piano del Museo è allestita un’ampia selezione delle opere della prestigiosa collezione Mario Rimoldi in linea con le tematiche e i linguaggi presentati dalla mostra Anima Mundi, oltre ad alcune opere di autori contemporanei, anch’essi in stretto dialogo con essa: Paolo Barozzi, Franca Coppadoro, Gianfranco Mantovani Orsetti, Mario Sollazzo.
Sede della mostra: Museo Mario Rimoldi di Cortina d'Ampezzo. Durata: 6 Dicembre 2019 - 02 Febbraio 2020. Orari: 10 - 12,30 / 15,30 - 19,30.
Dal 8 al 16 Febbraio la Galleria Enrico parteciperà a Modenantiquaria, Padiglione Excelsior.
La XXXIV Edizione segna l’anno del vero record per Modenantiquaria che spicca il volo alla conquista d’Europa dopo aver incantato il cuore degli Italiani.
Selezionatissime le Gallerie partecipanti che esporranno opere di immenso valore, opere d’arte di nomi grandi e inimitabili: da Tintoretto a Cagnacci e Guercino, da Giovanni Boldini a Andy Wharol e Fontana.Meta ambita e punto di incontro di Collezionisti d’arte, designer ed esperti alla ricerca del pezzo unico per grandi collezioni internazionali e per i più famosi Musei del mondo ma anche di appassionati e di amanti dell’arte e della ricercatezza.
All’interno del Padiglione capolavori unici di pittura italiana dell’ottocento e del novecento.
Grande Arte, grande Bellezza, grande Passione.
Orari: Lunedì, martedì e mercoledì dalle 15:00 alle 20:00
Giovedì, venerdì, sabato e domenica dalle 10:30 alle 20:00
Sede della mostra: Quartiere Fieristico ModenaFiere, via Virgilio 70
La grande mostra Divisionismo La rivoluzione della luce che apre il 23 novembre sino al 5 aprile 2020 a Novara nella magnifica cornice del Castello Visconteo Sforzesco ha l’ambizione di essere la più importante mostra dedicata al Divisionismo realizzata negli ultimi anni, movimento giustamente considerato prima avanguardia in Italia.
Per la sua posizione geografica, a quarantacinque chilometri dal Monferrato, fonte iconografica imprescindibile nell’opera di Angelo Morbelli, e appena più di cento dalla Volpedo di Giuseppe Pellizza, senza dimenticare la Valle Vigezzo di Carlo Fornara, Novara è infatti luogo deputato per ospitare questa rassegna, incentrata sul Divisionismo lombardo-piemontese: i rapporti con il territorio ne hanno determinato le scelte e il taglio complessivo.
Il Divisionismo nasce a Milano, sulla stessa premessa del Neo-Impressionnisme francese – meglio noto come Pointillisme -, senza tuttavia che si possa parlare di influenza diretta. Muove dall’idea che lo studio dei trattati d’ottica, che hanno rivoluzionato il concetto di colore, debba determinare la tecnica del pittore moderno. Si sviluppa nel Nord d’Italia, grazie soprattutto al sostegno di Vittore Grubicy de Dragon, mercante d’arte, critico, pubblicista e a sua volta pittore, che con il fratello Alberto gestisce a partire del 1876 una galleria d’arte a Milano. E’ Vittore a diffondere tra i pittori della sua scuderia il principio della sostituzione della miscela chimica dei colori tradizionalmente ottenuta sulla tavolozza, con un approccio diretto all’accostamento dei toni complementari sulla tela. Da dato chimico, il colore diventa fenomeno ottico e alla dovuta distanza l’occhio dello spettatore può ricomporre le pennellate staccate in una sintesi tonale, percependo una maggior luminosità nel dipinto.
Presto il Divisionismo da Milano e dalla Lombardia si allarga al Piemonte: la pennellata divisa è destinata a diventare strumento privilegiato nella traduzione di una poetica della natura o di una messa a fuoco delle tematiche sociali. Solo Gaetano Previati, irreducibilmente antirealista sin dagli esordi, elabora una visione simbolista che scaturisce dal mito, da un’interpretazione visionaria della storia o dall’iconografia cristiana, agli antipodi di quella di Segantini sempre legata alla radice naturalista di una percezione panica dell’alta quota.
Ordinata in otto sezioni tematiche, l’esposizione consta di settanta opere tutte di grande qualità e bellezza, provenienti da importanti musei e istituzioni pubbliche e da collezioni private.
Un catalogo scientifico accompagna l’esposizione. Il saggio della curatrice è corredato da schede biografiche degli artisti, con schede critiche delle singole opere affidate agli specialisti di riferimento e apparati bibliografici ed espositivi.
Una mostra dunque di grande respiro, un percorso ricco e affascinante tra le opere più significative dei maestri divisionisti italiani in un luogo, l’imponente Castello Visconteo Sforzesco, ricco di storia e ristrutturato a regola d’arte per una vocazione museale.
Sede della mostra: Castello Visconteo Sforzesco, Novara. Orari: Martedì – domenica 10,00 – 19,00.
Dal 21 al 29 settembre la Galleria Enrico sarà presente alla Biennale di Firenze, Stand n. 67.
Firenze accoglie le eccellenze d’arte e dell’antiquariato riunite a Palazzo Corsini sul lungarno. “Un museo in vendita”, lo definisce Fabrizio Moretti, Segretario Generale della Biennale Internazionale dell’Antiquariato alla sua terza direzione.
77 gallerie internazionali propongono non meno di 4.500 opere di varia tipologia tutte accuratamente vagliate dall’autorevole Vetting, la commissione scientifica che conta esperti di ogni settore artistico e consente al compratore di acquistare in sicurezza.
L’inaugurazione ufficiale si terrà il sabato 21 settembre alle ore 10.30 nel Salone dei Cinquecento alla presenza del Sindaco Dario Nardella e delle autorità cittadine e sarà preceduta da tre giorni di preview dedicate ai collezionisti e ai direttori dei musei e alla stampa e da una attesissima cena di gala “black tie”. I fuochi d’artificio illumineranno l’Arno e Palazzo Corsini il 19 settembre dalle ore 22.45 a ritmo di musica.
L’edizione numero 31 segna i 60 anni di attività della Biennale, un traguardo che gli organizzatori hanno voluto festeggiare dando vita alla Florence Art Week, un ricco programma di eventi (inaugurazione il 21 settembre) tutti a portata di una passeggiata nel cuore di Firenze. Coinvolte 36 gallerie della città che propongono mostre aperte anche la sera, Musei pubblici e collezioni private, 30 boutique del centro storico che accoglieranno i clienti in modo speciale. Strada chiusa in Via Maggio per l’evento “Bellissima” per BIAF.
I 60 anni di storia della BIAF sono ricordati nella mostra fotografica allestita nel foyer del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, importante partner di questa edizione della Biennale. Gli scatti, per lo più inediti, escono solo ora dagli archivi della Biennale, grazie all’attenta ricerca e selezione dell’antiquario Bruno Botticelli, e ritraggono visitatori illustri e gli antiquari insieme ai loro capolavori.
La BIAF è parte integrante della storia del collezionismo in Italia nel secondo dopo guerra (1959). Moltissimi sono gli antiquari che hanno legato la loro storia professionale alla Biennale e altrettante sono le collezioni che si sono formate a seguito di acquisti avvenuti tra gli stand della fiera. Alla figura di un principe degli antiquari rende omaggio la mostra “Universo Bardini”, curata da David Lucidi nell’alcova di Palazzo Corsini e resa possibile grazie alla Fondazione CR Firenze prezioso partner di BIAF da diversi anni. Bardini (1836- 1922) fu protagonista delle vicende del collezionismo d’arte tra Otto e Novecento, attento collezionista anche di tipologie artistiche ‘secondarie’, come maioliche, bronzetti e armi.
Il programma culturale della BIAF, dal 23 al 28 settembre, accoglierà nel Salone del Trono, numerose presentazioni di libri e conferenze legate alla storia e al mercato dell’arte. In anteprima saranno presentati i dati di una ricerca sulle “Le corporate collections in Italia” curata dalla Professoressa Chiara Paolino per l’Università Cattolica di Milano e sostenuta da AXA XL Art& Lifestyle e da Intesa Sanpaolo. Mentre all’“ACQUISTO (IN)CONSAPEVOLE DI OPERE D’ARTE” sarà dedicata la conferenza di Sabato 28 alle 16,00 promossa da Negri-Clementi Studio Legale. Il programma completo è consultabile al sito: www.biaf.it
Sede della mostra: Palazzo Corsini, Lungarno Corsini.
Orari: tutti i giorni dalle ore 10:30 alle 20:00
Dal 9 al 17 febbraio la Galleria Enrico parteciperà a Modenantiquaria, Padiglione Excelsior.
La XXXIII edizione è espressione del progetto ambizioso e ricercato che il Direttore di ModenaFiere Paolo Fantuzzi ha delineato ancora 4 anni fa grazie allo staff d’eccellenza: la preziosa consulenza di Pietro Cantore, Presidente Associazione Antiquari Modenesi e un comitato scientifico di alto valore che vede coinvolti tra gli altri Marco Riccomini, Andrea Bacchi e Anna Orlando.
Modenantiquaria è oggi il grande Salotto dell’Antiquariato, incontro di Collezionisti d’arte, appassionati, arredatori, designer ed esperti alla ricerca di pezzi per le grandi collezioni internazionali e per i più famosi Musei del mondo.
Il Salone è il riferimento per chi cerca e ama l’Eccellenza, per chi desidera ardentemente acquistare o anche semplicemente ammirare un Guercino o un Carracci dalla sacralità profonda e toccante o per chi vuole immergersi nel fascino e nella raffinatezza di Giovanni Boldini e le sue signore di charme, per chi cerca il colore e la vivacità di Andy Wharol e via dicendo in un articolarsi di grandi nomi e grandi opere d’arte che sapranno soddisfare ogni singola esigenza.
Tante le Gallerie di prestigio presenti; da Altomani a Fondantico, da Bottegantica a Cesare Lampronti, da Art Studio 800 a Argo Fine Art, da Longari Arte alla Galleria Quadrifoglio e ancora la Galleria Arte Cesaro, Cantore Galleria Antiquaria e Galleria Romigioli, Maurizio Nobile, Robilant Voena e Robertaebasta, Mirco Cattai, Studiolo Fine Art e Verdini C. Antichità.
Da non dimenticare per la grande importanza le new entry di questo anno: Romano Fine Art di Firenze specializzata in disegni antichi, Salamon di Milano, Miriam Di Penta Fine Arts e Paolo Antonacci di Roma e Callisto Fine Art di Londra.
L’Associazione Antiquari sarà presente in un raffinato stand collettivo all’inizio del percorso.
Undici le Gallerie presenti: Alessandra Di Castro, Riccardo Bacarelli, Donatella Balzaretti, Bruno Botticelli, Enrico Frascione, Carlo Orsi, Fabrizio Moretti, Piva & C, Roberto Caiati, Walter Padovani, Maurizio Brandi.
Ognuno di loro selezionerà un preziosissimo capolavoro a icona dell’alto valore delle loro rispettive Gallerie.
Proprio Fabrizio Moretti e Carlo Orsi saranno protagonisti di due simposi culturali coordinati da Leonardo Piccinini e Marco Carminati del Sole 24 ore.
Sede della mostra: Modena Fiere, Via Virgilio 70.
Orari: Lunedì, martedì e mercoledì dalle 15:00 alle 20:00
Giovedì, venerdì, sabato e domenica dalle 10:30 alle 20:00
L’esposizione presenta, nei due importanti poli per l’arte dell’Ottocento a Milano, quindici tra i più celebri capolavori dell’artista piemontese, in grado di ripercorrere i temi più caratteristici della sua cifra stilistica e una serie di indagini diagnostiche che permetteranno di leggere le opere da un nuovo punto di vista.
A centocinquant’anni dalla nascita, dal 12 ottobre al 22 dicembre 2018, le Gallerie Enrico, via Senato 45 e la Galleria Maspes di Milano, Via Manzoni 45, due tra i più importanti poli per l’arte dell’Ottocento, celebrano Giuseppe Pellizza da Volpedo, nella città che ospita i suoi maggiori capolavori: Fiumana, alla Pinacoteca di Brera e il Quarto Stato al Museo del Novecento, immagine iconica delle battaglie sociali del secolo scorso.
L’esposizione è la prima personale a Milano dopo un secolo - l’ultima era stata organizzata nel 1920 alla Galleria Pesaro, esposizione durante la quale il celebre Quarto Stato venne acquistato a favore delle Civiche Raccolte grazie a una sottoscrizione pubblica - e presenta alcune tra le sue opere più famose, provenienti da prestigiose collezioni sia pubbliche che private, in grado di ripercorrere i temi più significativi della sua cifra stilistica.
In particolare, le rassegne offriranno una panoramica della produzione del pittore piemontese nel ventennio tra il 1887 e il 1907, dai ritratti e dalle nature morte del primo periodo ai bellissimi paesaggi dell’ultimo, passando per i celebri quadri di denuncia sociale, particolarmente cari a Pellizza.
Alle Gallerie Maspes, la sezione dal titolo Pellizza da Volpedo. Oltre l’immagine, presenta una selezione di opere dell’artista arricchito da una serie di analisi diagnostiche effettuate sui dipinti, che permetteranno di leggere le opere da un nuovo punto di vista.
Durante la mostra verranno infatti presentati i risultati delle indagini non invasive come radiografia, riflettografia e infrarosso condotte su un importante gruppo di quadri da Thierry Radelet, già autore degli studi sul celebre Quarto Stato. Per la prima volta sarà possibile esaminare scientificamente e con tecnologie all’avanguardia un fitto corpus di tele eseguite dal pittore, così da studiarne e comprenderne il modus operandi e l’evolvere della sua tecnica nel corso della carriera. L’allestimento prevedrà inoltre l’inserimento della radiografia del Quarto Stato a grandezza naturale, per meglio far comprendere quanto questi studi possano riportare alla luce aspetti nascosti delle opere e della loro storia, come disegni preparatori o pentimenti, nonché la tecnica usata da Pellizza per la loro realizzazione.
Il percorso espositivo prosegue alle Gallerie Enrico con Pellizza da Volpedo. Divisionismo e divisionisti, proponendo una serie di opere del pittore piemontese in dialogo con capolavori di maestri del Divisionismo quali Giovanni Segantini, Angelo Morbelli, Cesare Maggi, Emilio Longoni, Carlo Fornara, Vittore Grubicy, Gaetano Previati e Plinio Nomellini.
Pellizza da Volpedo infatti, al pari di Giovanni Segantini, si rese protagonista di una straordinaria stagione artistica, idealmente iniziata con la Prima Triennale di Brera del 1891, fautrice di un linguaggio pittorico innovativo, vincolato a un modello scientifico, capace di esprimere i cambiamenti sociali e culturali dell’epoca attraverso la stesura del colore diviso.
Il catalogo contiene un testo introduttivo su Pellizza da Volpedo di Aurora Scotti Tosini, già curatrice del catalogo ragionato dell’artista, un saggio del diagnosta per i beni culturali Thierry Radelet, uno di Monica Vinardi sull’influenza di Pellizza sugli artisti divisionisti e un approfondimento, arricchito da fotografie e documenti dell’epoca, di Elisabetta Staudacher sull’acquisizione del Quarto Stato per sottoscrizione pubblica durante la mostra alla Galleria Pesaro del 1920.
Sede della mostra: Enrico Gallerie d'Arte, Via Senato 45, Milano - Gallerie Maspes, Via Manzoni 45, Milano. Orari: da martedì a sabato 10-13 15-19.
INFO:
www.enricogallerie.com
La storia delle arti figurative in Italia nel secondo Ottocento si intreccia con le vicende dei raccoglitori di opere d’arte e, più in generale, di quello che oggi chiameremmo mecenatismo culturale. Negli anni successivi all’unità nazionale prosegue e si intensifica il fenomeno del collezionismo di dipinti e sculture prodotte dagli artisti del tempo che ha contraddistinto l’età della restaurazione; dopo il 1860 si affaccia alla fruizione e all’acquisto di opere d’arte una sempre più ampia fascia di pubblico, composta in prevalenza da esponenti della borghesia delle imprese e dei commerci, in non pochi casi attratti dalla valenza di status symbol che connota il possesso, l’accumulo e l’ostensione degli oggetti in questione. Come nel passato fanno da volano alla circolazione di quadri e statue le rassegne annuali promosse dalle istituzioni accademiche (a Milano le mostre dell’Accademia di Brera) e dalle associazioni private (a Torino, Firenze, Genova, Roma le rassegne delle Società Promotrici, ancora a Milano quelle della Società Permanente): vetrine che permettono di conoscere l’evoluzione del lavoro degli artisti ma anche occasioni per incrementare le raccolte attraverso acquisti e assegnazioni sociali. A Novecento inoltrato, con una punta quantitativa negli anni Venti, alcune gallerie private come la Pesaro di Milano offriranno infine all’incanto prestigiose collezioni di opere d’arte dell’Ottocento che, disperse in mille rivoli, andranno poi ad alimentare nuove raccolte. La prima parte della rassegna illustra l’affermazione delle poetiche del vero nel loro passaggio dai temi storico letterari tardo romantici alla vita quotidiana del nuovo stato sabaudo da Domenico Morelli, Federico Faruffini, a Giovanni Fattori, Silvestro Lega... Negli anni Sessanta si assiste anche a una messa a fuoco sul paesaggio naturalista e a un confronto tra ritratto pittorico e fotografico. Si prende poi in esame l’assestarsi e il definirsi di un gusto nazionale nei due decenni successivi in confronto, sintonia o contrasto con i richiami della pittura d’Oltralpe. È il trionfo della pittura e della scultura di genere declinate su temi ispirati alla vita pastorale e agreste e a quella borghese delle città moderne, ma anche con affondi decorativi o folcloristici nel neo Settecento e nell’orientalismo. Tra le eccellenze si annoverano le esperienze degli artisti operanti a Parigi o in rapporto con la Galleria Goupil, tra cui Boldini, De Nittis, Zandomeneghi, Corcos.
Negli anni Novanta si assiste all’affermazione di istanze ideologicamente impegnate, da un lato verso i temi del lavoro, espressi con attenzione e denuncia delle ingiustizie sociali, dall’altra verso i primi stimoli del simbolismo, a volte interpretati con enfasi decorativa di stampo allegorico. Accomuna l’elaborazione di contenuti così differenti la sperimenta-zione comune della pittura divisionista da parte dei maestri della cosiddetta prima generazione: Segantini, Previati, Morbelli, Pellizza, Nomellini, Longoni, Grubicy.
La rassegna, a cura di Sergio Rebora e di Elisabetta Staudacher, storici dell’arte specializzati nello studio della pittura italiana del secondo Ottocento e particolarmente attenti al discorso del collezionismo, è accompagnata da un catalogo con saggi storico-critici e schede specifiche per ogni opera esposta, che vede il coinvolgimento anche di altri specialisti.
I curatori si avvalgono del supporto di un comitato scientifico di affermati storici dell’arte: Luisa Martorelli, Fernando Mazzocca, Aurora Scotti Tosini.
Sede della mostra: Novara, Castello Visconteo Sforzesco, Piazza Martiri della Libertà, 215. Durata: 20 ottobre 2018 - 24 febbraio 2019. Orari di apertura: da martedì a domenica, 10 - 19.
INFO:
www.metsarte.com
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